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EDITORIALI E COMUNICATI

n. 1186 del 20/06/2007

POSTA PRIORITARIA (L'ANTIPOLITICA...)

Gentili on. Fausto Bertinotti e sen. Franco Marini,

in qualità di presidenti delle Camere siete giustamente preoccupati per la marea montante di antipolitica che sta travolgendo il sistema dei partiti. L’impressione che si ha, però, è che non abbiate ben capito da cosa deriva. Ancora l’altro giorno avete chiesto spiegazioni al Tribunale di Milano sul deposito della perizia del gip Forleo con le trascrizioni delle telefonate dei furbetti intercettati al telefono con i loro amichetti politici, denunciando inesistenti violazioni dell’immunità parlamentare. Lo stesso han fatto i ministri Amato e Mastella.

La domanda è: ma lo sapete cosa prevedono le leggi che voi stessi approvate? La legge Boato, varata nel 2003 da destra e sinistra a braccetto, impedisce ai giudici di usare la telefonata di un indagato che parla dei suoi delitti, se dall’altro capo del filo c’è un parlamentare. Per usarla a carico dell’indagato, devono chiedere il permesso al Parlamento. Dunque, prima, devono farla trascrivere da un perito fonico. E poi non possono tenersela per sé, ma devono depositarla alle parti: pm e avvocati. E quando le depositano non sono più segrete, visto che il codice di procedura del 1989 prevede la discovery progressiva degli atti, man mano che diventano noti agli indagati. Appena finiscono in mano agli avvocati, la carte non sono più segrete. E la gente le deve conoscere, per controllare in diretta l’attività dei magistrati, che altrimenti agirebbero per anni nell’ombra.

Queste leggi le avete fatte voi. Siete voi che avete abolito il segreto istruttorio, che copriva tutte le indagini. Ora i giudici, semplicemente, applicano quelle leggi. Di che vi lagnate? E perché lo fate proprio ora, dopo 18 anni, solo perché ci va di mezzo qualche membro del club?

Tra l’altro avete ottenuto un bel risultato: le vostre pressioni sui giudici li hanno indotti a vietare le fotocopie e a consentire solo gli appunti, col risultato che i giornalisti lavorano con brandelli di telefonate, quelli che convengono agli avvocati. E ora volete approvare anche al Senato la legge-bavaglioMastella che abolirà la cronaca giudiziaria, segretando tutto fino al processo, in certi casi addirittura fino a sentenza d’appello. E siete tutti d’accordo, destra e sinistra amorevolmente insieme, come quando vi aumentate lo stipendio, o ritoccate i finanziamenti ai partiti, o votate l’indulto (anzi l’autoindulto), o regalate l’immunità ai membri del club che offendono privati cittadini, mentre il privato cittadino che osa parlar male di voi lo seppellite sotto raffiche di querele e cause civili miliardarie. Ma non vi rendete conto che la casta e l’antipolitica nascono proprio qui? Che la colpa dell’ antipolitica è questa politica, siete voi, non qualche trasmissione o libro che vi criticano? O davvero pensate di risolvere il problema tagliando qualche stipendio o qualche consulenza?

Il caso delle scalate bancarie è sotto giudizio della magistratura, per gli aspetti penali. Ma già ora, con quel che è emerso, è un grave caso di conflitto d’interessi, di turbativa del mercato, di invasione di campo della politica nel campo dell’economia o dell’economia nel campo della politica. E voi, che ogni due per tre rivendicate il “primato della politica” contro i giudici che applicano le vostre leggi, non vi accorgete che dalle telefonate intercettate emerge il primato dei furbetti e degli affaristi sulla politica.

Non solo sui Ds, il cui segretario si faceva scrivere i testi da Consorte e il cui Lider Massimo si occupava di pacchetti azionari. Ma anche su esponenti di Forza Italia, Lega, Udc e Margherita. E su Berlusconi, che riceveva il banchiere ladro Fiorani nella sua villa in Sardegna con tanto di cactus o faceva cene elettorali con Gnutti, e di riffa o di raffa era coinvolto in tutte e tre le scalate: a quella di Bpl su Antonveneta partecipava Mediolanum; quella di Ricucci su Rcs era amorevolmente seguita dai fedelissimi Comincioli e Cicu; a quella di Consorte, Fininvest partecipava in quanto azionista di Hopa, la finanziaria di Gnutti che metteva insieme Biscione, Unipol e Montepaschi. Ma, essendo il padrone dell’informazione, riesce a far parlare solo di Unipol, dove non c’è politico indagato, e a far dimenticare se stesso, amici e alleati.

Come può l’on. Bertinotti affermare che non c’è questione morale? Come potete legiferare sul conflitto d’interessi se non riuscite a vederlo neanche quand’è grosso come una casa?

La casta non crea antipolitica solo perché spreca troppi soldi o perché il piccolo Buttiglione vuole pure il gelato alla buvette. Molto nobilmente, il sen. Selva s’è dimesso per aver usato un’ambulanza come un taxi, fingendosi moribondo per arrivare prima in tv. Ed è bastato l’annuncio perché si smettesse di parlare del fatto e si elogiasse il senatore per il bel gesto, finora a costo zero. Vedremo se l’aula accoglierà le dimissioni: l’esperienza insegna che le respingerà. Anzi si spera che le respinga.

Sarebbe curioso un Parlamento che espelle uno del club per abuso di ambulanza e continua a tenersi da 13 mesi, a nostre spese, un pregiudicato per corruzione giudiziaria interdetto in perpetuo dai pubblici uffici come Previti; un condannato in primo grado per mafia, in appello per estorsione e in Cassazione per frode fiscale come Dell’Utri; e altri 23 pregiudicati anche per reati gravissimi, come l’omicidio.

Due condannati per corruzione li avete designati voi, presidenti Bertinotti e Marini, alla commissione Antimafia.

Ecco, i cittadini non capiscono perché un condannato non può fare il bidello o il consigliere di circoscrizione, ma il parlamentare e il ministro sì. E quando vede che vivete al di sopra delle leggi che voi stessi approvate, ha come l’impressione che siate al di sotto di ogni sospetto. Aiutateci, vi prego, a scacciare questi cattivi pensieri.

In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti.


Marco Travaglio, da Annozero, 14.6.2007


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