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n. 1202 del 05/07/2007

COSÌ IL SISMI SPIAVA GIUDICI, GIORNALISTI E PRODI: IL DOSSIER DI POMPA

È su Repubblica di giovedì che documenti e note autobiografiche scritte da Pio Pompa - l'uomo a capo di una struttura incaricata di controllare magistrati e giornalisti - sono trascritti nella loro interezza. Titolo: «Quei nemici da neutralizzare». Scrive Carlo Bonini, che ha pubblicato stralci dei dossier creati da Pio Pompa e che rivelano - secondo il giornalista di Repubblica - la strategia di "tutela" del governo di centrodestra, il programma politico di chi lo ispirava (vale a dire, l'ex numero uno del Sismi, Nicolò Pollari) fino «alla natura illegale e calunniosa del lavoro spionistico svolto dal Servizio».

«È caduto un segreto - osserva Carlo Bonini - e l'archivio riservato di via nazionale, di cui Pompa era l'addetto, restituisce ciò che vi è stato custodito». Cioè "appunti" e "schede" creati nell'arco di cinque anni, dal 2001 al 2006 (quando al governo c'era il centrodestra) sul conto di magistrati, uomini politici di centrosinistra, giornalisti. «Il "domus" tecnico che ispirava il lavoro era sempre lui: il generale Nicolò Pollari».

Giuristi europei sotto sorveglianza

Da un documento del 3 agosto 2002 risulta che il Sismi spiava medel, organizzazione europea che raccoglie giuristi e magistrati. Nell'appunto di Pio Pompa sono elencati i contatti tra Medel e varie organizzazioni italiane - dal gruppo Abele all'Arci, da Carta ai testimoni di Geova - oltre ai nomi di molte persone impegnate in un progetto sull'immigrazione promosso dal comune di Venezia, di cui non si capisce quale possa essere l'interesse dei Servizi.

Nel documento si illustra una presunta attività di questi giuristi attorno alla commissione d'inchiesta su Tangentopoli. E anche qui sono citati con nomi e cognomi personaggi come i magistrati Bruti Liberati, Livio Pepino, Ignazio Patrone, Giovanni Salvi, il vicepresidente del Senato Cesare Salvi, il segretario della Cgil Sergio Cofferati, il segretario del Fnsi Paolo Serventi Longhi. «In tale contesto, sarebbero emersi i seguenti orientamenti: adottare forme di pressione sul Presidente della Repubblica strumentalizzando anche una presunta volontà da parte del Governo di porlo in difficoltà attraverso il caso Telekom Serbia... appoggiare strenuamente il disegno, che farebbe capo al fronte antiriformista e al movimento venutosi a costituire intorno a Cofferati, teso a boicottare l'attività di Governo in attesa di eventuali esiti negativi delle vicende giudiziarie del Premier».

Secondo i documenti, Pompa spia anche Emmanuel Barbe, un magistrato francese che lavora presso l'ambasciata di Francia in Italia e che ha funzioni di collegamento con il ministero della Giustizia italiano. Non si capisce a quale titolo barbe compare nel dossier del Sismi perché l'unica segnalazione che si fa a capo del magistrato francese sono incontri con personaggi pubblici alcuni dei quali tenuti sotto controllo dal Sismi.

Infine, una scheda "velenosa" che riguarda il magistrato Domenico Gallo, ex deputato di Rifondazione comunista e membro di magistratura democratica che viene spiato per i suoi incontri e accusato «in particolare, è stato riferito che il magistrato in questione risulterebbe contiguo ad ambienti della sinistra eversiva sia a livello nazionale che internazionale e segnatamente con i "Carc", l'Eta basca, il movimento bolivariano di Evo Morales, l'Ezln del Subcomandante Marcos e con le Farc colombiane». Anche a Gallo si addebitano come fossero colpe contatti con i soliti nomi: da Sergio Cofferati a Cesare Salvi, da Paolo Mancuso a Papi Bronzini e - in più in generale - tutti i giudici di magistratura democratica.

Telekom Serbia

A conferma che la vicenda Telekom Serbia era stata fin dall'inizio concepita per colpire l'opposizione al governo Berlusconi, un'appunto del 26 luglio 2002 descrive con minuzia di particolari una presunta contromossa che si sarebbe realizzata come «esito di una serie di incontri e contatti intercorsi tra il Segretario generale del Quirinale, dr. Gaetano Gifuni, e i leaders Ds, Piero Fassino e Massimo D'Alema. Tali incontri, sollecitati fortemente anche da Lamberto Dini, avrebbero avuto come finalità la definizione di una strategia tesa a tutelare il Presidente della Repubblica e alcuni uomini politici dalle vicende che potrebbe assumere la vicenda Telekom Serbia».

La sorveglianza sui giornalisti italiani e stranieri

Nel gennaio 2003 Pompa chiama in causa giornalisti italiani e stranieri a proposito di presunti attacchi fatti a Berlusconi. «Si è avuta notizia che, sui recenti attacchi portati da alcune testate giornalistiche, avrebbero essenzialmente interagito. Il nutrito gruppo di giornalisti e "giuristi" militanti raccolto intorno alla "Voce della Campania" diretta da Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola; Michele Santoro; Giuseppe Giulietti; Paolo Serventi Longhi; Ignazio Patrone; Sandro Ruotolo e Giulietto Chiesa; il presidente della stampa estera in Italia Eric Jozsef, corrispondente del giornale francese "Liberation", autore di durissimi articoli contro il governo italiano ripresi e diffusi ad opera del magistrato belga Marie Anne Swartenbroeks».

Nello stesso documento viene anche segnalato con toni "criminalizzanti" Piercie Allum, uno studioso inglese esperto di problemi italiani famoso per avere scritto una importante analisi dei rapporti su potere e politica a Napoli. Ad Allum Pollari imputa nientemeno che essere punto di riferimento per giornalista inglesi come The Guardian, The Economist e il Financial Times. Pompa insinua inoltre il sospetto che Allum «godrebbe di solidi legami con ambiti del fondamentalismo islamico napoletano, fungendo anche da collegamento con quelli attivi in Gran Bretagna».

La candidatura di Romano Prodi

Ovviamente all'ossessione di tenere tutti sotto controllo non poteva sfuggire Romano Prodi, sul quale viene redatto un appunto su una sua attività probabilmente segretissima: quella di volersi candidare alle elezioni politiche del 2006. «Ambiti bene informati hanno fornito indicazioni secondo cui la palese entrata in campo politico dell'attuale Presidente della Commissione Europea, tra l'altro sancita dalla recente diffusione di un vero e proprio documento programmatico titolato "Europa: il sogno e le scelte" avrebbe determinato negli ambienti dell'Unione Europea e in diversi Paesi membri forti reazioni contrarie che starebbero per sfociare in un clamoroso caso di incompatibilità.

«In particolare sembra che il caso in questione sia stato sollevato e fatto proprio, in punto di principio, dagli stessi organismi della Ue, nonché da diversi gruppi politici del Parlamento europeo. Tant'è che la eco mediatica suscitata dalla vicenda starebbe per assumere risvolti clamorosi soprattutto sulla stampa estera mentre in Italia verrebbe trattata con scarsa attenzione destando non poca meraviglia nel resto dell'Europa».


l'Unità, 5.07.2007


Paolo Tagliaro © 2003/04 - Tutti i diritti sono riservati