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RASSEGNA STAMPA

n. 1218 del 21/07/2007

GOVERNO VARA DDL PER TAGLIO COSTI POLITICA

Previsti tagli per telefonini e auto blu - Secondo fonti dell'esecutivo i risparmi derivanti dal provvedimento a regime saranno «ben oltre» i 500 milioni di euro

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ROMA - Dopo una nuova discussione il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all'unanimità al disegno di legge sui costi della politica e per la promozione della trasparenza amministrativa presentato dal ministro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata (nella foto). Il quale ha dichiarato che i risparmi che potrebbe garantire il ddl si aggirano intorno a 1,3 miliardi. Le cifre esatte devono ancora essere messe a punto dalla Ragioneria dello Stato, ha spiegato il ministro, ma in linea di massima si dovrebbe trattare di «800 milioni di risparmi per quanto riguarda lo Stato e 500 milioni per gli Enti locali».

IL DISEGNO DI LEGGE - Il provvedimento «Ddl recante misure per la riduzione dei costi politico-amministrativi e per la promozione della trasparenza», è formato da 26 articoli. Confermato il meccanismo della «ghigliottina» per gli enti pubblici: i ministeri competenti avranno l'obbligo di riordinarli con tagli o accorpamenti e di eseguire una revisione sul loro funzionamento ogni 3 anni. Tra le novità anche un giro di vite sui telefonini e le auto blu. L'articolo 8, infatti, contiene «misure di razionalizzazione delle spese per l'utilizzo di dotazioni strumentali delle autovetture di servizio, nonchè del patrimonio immobiliare». I cellulari vengono assegnati in maniera rigorosa solo a coloro che hanno l'esigenza di una reperibilità permanente. Mentre l'uso delle auto blu sarà razionalizzato e non viene escluso l'utilizzo di «mezzi alternativi di trasporto, anche cumulativo».In particolare, il ddl stabilisce il divieto ad istituire società partecipate il cui effetto non è strettamente collegato al perseguimento di un interesse pubblico. Dice l'articolo 3 «Partecipazioni delle amministrazioni pubbliche»: «Al fine di tutelare la concorrenza e il mercato», le amministrazioni «non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, nè assumere o mantenere direttamente o indirettamente partecipazioni, anche di minoranza in tali società». È previsto anche il divieto di finanziamento di partiti e di gruppi parlamentari da parte di società concessionarie di diritti pubblici. Il disegno di legge promuove inoltre l'etica della trasparenza pubblicando sui siti degli enti bilanci ed emolumenti ma anche i criteri per la ricerca dei consulenti.

GOVERNANCE SOCIETA' PUBBLICHE - Il ddl prevede anche una stretta ai consigli di amministrazione (cda) delle società pubbliche non quotate. In particolare il ddl prevede la riduzione del numero dei componenti degli organi societari, l'attribuzione al presidente anche delle funzioni di amministratore delegato per i cda costituiti da tre componenti, il mantenimento della carica di vicepresidente solo per individuare il sostituto del presidente in caso di assenza o di impedimento, l'eliminazione della previsione di gettoni di presenza e la limitazione della costituzione di comitati con funzioni consultive o di proposta ai casi strettamente necessari. Modifiche statutarie, queste, come si legge nell'articolo 4 del ddl, che «hanno effetto a decorrere dal primo rinnovo degli organi societari successivo alle modifiche stesse». Ma le disposizioni, precisa il provvedimento, «non si applicano alle società quotate in mercati regolamentati». Quindi a società come l'Eni, l'Enel o Alitalia.

SANTAGATA - «Abbiamo lavorato con l'ottica di agire in maniera strutturale sulla questione dei costi della politica - spiega Santagata - e dobbiamo tener presente che abbiamo una pressione dell'opinione pubblica che porta a mettere sullo stesso livello la barberia della Camera e la semplificazione dell'azione amministrativa. Su questo abbiamo qualche problema. Noi abbiamo cercato invece di stare sui livelli strutturali di fondo che generano il problema».

TAGLIO PARLAMENTARI E CONSIGLIERI - «Abbiamo fatto un lavoro molto buono e voglio dare atto della disponibilità degli Enti locali che ha prodotto risultati significativi» ha detto successivamente il ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta, a proposito dell'approvazione del ddl Santagata. Il patto siglato sarà «declinato- spiega Lanzillotta- secondo diversi strumenti giuridici: il governo attraverso una legge costituzionale si impegna a diminuire i parlamentari; le Regioni diminuiranno i consiglieri tramite nuovi statuti e con leggi regionali» Il ministro parla di «una diminuzione media del 20% dei consiglieri», e auspica di tornare agli «accordi pre 2001, con una diminuzione di un terzo delle Giunte regionali e assemblee elettive».

COMUNITA' MONTANE - Il ddl sui costi della politica prevede una «riduzione dei costi degli apparati di supporto degli organi politici nella misura dell'80 per cento rispetto ai costi sostenuti nel 2007» ha aggiunto la Lanzillotta che ha anche spiegato che il provvedimento intende anche mettere fine allo scandalo delle comunità montane a livello del mare.

«Introduciamo una nozione di montanità che porta la montagna a un livello minimo di 600 metri- spiega la Lanzillotta - per cui il comune deve avere l'80 per cento del territorio ad un'altitudine superiore a 600 metri» oppure con «un dislivello di almeno seicento metri». Inoltre spiega Lanzillotta, un accordo con l'Uncem prevede «il taglio del 50% del numero dei consiglieri. Questo comporterà una riduzione superiore ai 100 milioni di euro».


Corriere della Sera, 13.7.2007


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