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RASSEGNA STAMPA

n. 1302 del 04/09/2007

FINANZA ALLEGRA: STIPENDI REGIONALI A CONFRONTO

Piemonte in testa, Valle D’Aosta in coda. E dal Veneto una proposta per cambiare

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VENEZIA. Lontani i tempi in cui Giancarlo Galan prendeva per il bavero Rai Tre del Veneto «covo di soviet». Dopo la stangata giudiziaria a pagare 260.000 euro a due capiredattori che l’hanno querelato, il presidente del Veneto ha calato il trinchetto. E che calo, ragazzi. Oggi ringrazia pubblicamente la Rai del Veneto perché «con un telegiornale mi ha informato sulla responsabile attività promossa da un gruppo di cittadini di Cortina, interessati a riflettere - riassumiamo - su vantaggi e svantaggi di passare con l’Alto Adige». Al posto del caporedattore Beppe Gioia ci segneremmo la data nella colonna “fiori all’occhiello” e manderemmo in viaggio premio l’autore del servizio. Al posto dei contribuenti veneti ci interrogheremmo invece sulla vulgata tanto di moda, che sottende a molti discorsi del presidentissimo veneto: è proprio vero che le Regioni a statuto speciale sono l’unica voragine che divora i soldi delle tasse?

Se guardiamo gli stipendi dei consiglieri regionali, in testa c’è il Piemonte, regione a statuto ordinario: 16.630 euro netti al mese. In coda c’è la Val D’Aosta, regione a statuto speciale: 6.607 euro di stipendio netto a consigliere. E il vituperato Alto Adige di quel Luis Durnwalder che tanto soffia secondo Palazzo Balbi sul secessionismo di Cortina, paga 6.614 euro al mese ai suoi consiglieri. Come minimo bisogna aggiornare la vulgata: le Regioni a statuto speciale saranno anche una voragine di trasferimenti statali, ma quei politici non adoperano i soldi per aumentarsi gli stipendi. Non risulta a Bolzano e a Trento, ma neanche a Udine e a Trieste, visto che il Friuli Venezia Giulia, altra regione a statuto speciale, paga 7.676 euro al mese contro i 9.711 del Veneto. Per quale motivo poi un consigliere regionale dell’Abruzzo debba guadagnare 13.359 euro al mese e uno della Lombardia che rappresenta il quadruplo di cittadini «solo» 12.555, è un mistero gaudioso. Peraltro la Regione Sicilia, solitamente accusata di sprechi monumentali, quanto a stipendi è sotto la virtuosissima Emilia Romagna: 10.946 euro al mese contro 11.053. Nessuno in ogni caso raggiunge le altezze siderali dei piemontesi: 16.630 euro al mese. L’antico rigore sabaudo dev’essere rimasto nei sussidiari di storia del Novecento. Cosa può fare un consigliere regionale piemontese più di uno veneto? A questa domanda il presidente del Consiglio regionale piemontese Davide Gariglio, classe 1967, avvocato, Margherita, ha risposto in una intervista a La Stampa che il Piemonte «ha la produttività più alta di tutte le assemblee regionali». In effetti nel 2006 a Torino risultano 97 sedute di consiglio contro le 42 di Venezia. Ma chi ha assistito ad una sola seduta di un qualunque consiglio regionale sa che questo dato significa poco: la produttività delle parole non coincide con l’efficacia delle decisioni. E comunque siamo alle solite: chi si dà gli stipendi si dà anche i voti. Poi alle contestazioni adduce gli automatismi di legge: gli stipendi dei consiglieri regionali sono collegati a quelli dei parlamentari, che sono agganciati a quelli dei magistrati. Impossibile scendere dal treno. Non è vero. Segnaliamo che uno nel Veneto l’ha fatto: il leghista Toni Da Re, notizia di ieri, rifiuta in anticipo l’aumento di stipendio che scatterà dal 1º gennaio 2008. Notizia di oggi: il suo collega Nicola Atalmi del Pdci annuncia una proposta di legge per sganciare il vagone del Veneto dal treno degli stipendi italiani, modificando la legge regionale 5 del 1997, 1º comma. Basterebbe votarla alzando la mano alla prima seduta. Non è difficile.

I dati della tabella accanto sono costruiti con il massimo delle voci fisse e variabili che compongono gli stipendi come appaiono nel sito www.parlamentiregionali.it che è pieno di letture interessanti per chi ha voglia di rovinarsi il fegato. Qualche esempio? L’assegno di fine mandato per un consigliere regionale della Puglia al termine di una legislatura è di 80.642 euro; al termine di due, il doppio; al termine di tre, il triplo. E avanti. Nel Veneto, dove pure è scoppiata una polemica durata mesi, è di 42.262 e si moltiplica solo per due, con qualunque numero di legislature. Che siamo diventati la Svizzera d’Italia? (Renzo Mazzaro)


Il Mattino di Padova, 30.08.2007


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