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RASSEGNA STAMPA

n. 1303 del 05/09/2007

LA REGIONE PAGA 6,5 MILIONI AI MANAGER

Il Veneto si adegua alla Finanziaria che impone di rendere pubblica la partita di ingaggi e indennità: spuntano assegni da capogiro- Pubblicati i compensi dei dirigenti di società partecipate ed enti strumentali - Isi Coppola: «Sono procedimenti trasparenti e responsabili»

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VENEZIA. Tutta la verità su incarichi e compensi dei manager delle società a partecipazione regionale e degli enti strumentali di palazzo Balbi: fa 6,5 milioni di euro all’anno. La Regione ha reso pubblica l’intera partita di ingaggi e compensi adeguandosi così all’obbligo imposto dalla Finanziaria. Un dovere cui - è giusto dirlo - gli enti che si sono uniformati in Italia si contano sulle dita di una mano.

Del resto, spiegare alle famiglie che vivono con 2000 euro al mese stipendi da decine di migliaia di euro è argomento delicato. E forse qualcuno preferirà sborsare 10.000 euro - sanzione prevista per gli inottemperanti - piuttosto che restare in mutande. «L’amministrazione regionale - spiega diversamente Isi Coppola, titolare della cassa a palazzo Balbi - ha da sempre uniformato l’assunzione delle proprie decisioni e l’esecuzione dei propri procedimenti amministrativi a criteri di trasparenza e responsabilità». E poi giù a snocciolare un elenco infinito di compensi periodicamente aggiornati e fruibili sul Bur sia cartaceo che in rete.

Si va dalle 12 società a partecipazione diretta alle 6 gestite tramite Veneto Sviluppo - una partita da 900mila euro annui - ai principali enti strumentali: Esu, Arpav, Arss, Ater, Usl, Iov, Parchi, Ville, Istituto zooprofilattico, Veneto agricoltura e Lavoro.

Lo scettro di Paperone, come è noto, spetta a Silvano Vernizzi che percepisce 160.000 euro (lordi annui) per la gestione di Veneto Strade e circa 180.000 come segretario regionale alle infrastrutture e commissario straordinario per il passante. Ma il colpo di scena è riconducibile al dimissionario Fausto Luciani cui in qualità di direttore dell’Avepa, agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, spetta un’indennità di 156.199,94 euro, da sommare ad un massimo di 15.619,99 di retribuzione di risultato e una diaria altrettanto cospicua. Interessante salto di qualità anche per Andrea Drago che lasciando l’Ater (l’azienda territoriale per l’edilizia residenziale) di Padova per l’Arpav (l’agenzia per la protezione e la prevenzione ambientale) ha quasi triplicato il suo ingaggio con uno stipendio di 154.510,16 euro annui. E ancora, nella partita milionaria della sanità spicca l’ingaggio di Antonio Compostella direttore dell’Arss (agenzia regionale socio sanitaria) che oltre ai 136.015,48 euro può contare su un 10% di indennità di risultato ed un 50% di diaria a titolo di rimborso pari al 50% dei consiglieri regionali. E ancora, per restare in ambito sanitario, c’è lo stipendio dei direttori generali, 23 in tutto, con uguali emolumenti: 154.510,34 euro a testa. Segue leggermente staccato dal gruppone Pier Carlo Muzzio che in qualità di commissario straordinario dell’Istituto oncologico veneto strappa 103.007,28 euro. A livello di un direttore generale di Usl il compenso di Corrado Callegari amministratore unico di Veneto Agricoltura, appena 16 centesimi in meno dei dg cui si aggiunge un’indennità di risultato. Più di un terzo in meno per il direttore di Veneto Lavoro che all’anno prende 91.554,45 (importo complessivo di 13 mensilità).

Più contenuta e altalenante l’indennità dei manager delle Ater (le aziende territoriali per l’edilizia residenziale): poco meno di 30 mila euro per il presidente di dell’ente bellunese Luigino Tremonti (7.000 al vice Giuseppe Pezzè e 77,47 euro di gettone ai 3 componenti del Cda). Quasi il doppio invece per Roberto Pavan, titolare dell’ente a Padova (21 mila e 300 per il vice Giuseppe Mario e gettone che sfiora i 70 euro per il Cda). Secondo classificato il veronese Niko Cordioli con 53.150,56 (il vice percepisce 19.549,92). Fianco a fianco Rovigo, Treviso, Venezia e Vicenza dove i presidenti prendono rispettivamente 44.016,72 (Renato Borgato) 42.636,24 (Liviana Scattolon), 44.217,48 Pier Luigi Parisotto e 42.167,64 Marco Tolettini (21 mila al vice Valentino Scomazzon). Più significativa l’indennità del vice della Marca Roberto Zava con 21.318,12 rispetto al rodigino Lucio Giomo che si ferma a 14 mila euro; qui però il Cda può contare su un’indennità di 836,64 euro. Per Maurizio Barberini in laguna si parla di 22.108,68 euro.

Ai manager degli Esu (le aziende per il diritto allo studio universitario) tocca quindi il ruolo dei parenti poveri. A Padova il commissario Flavio Rodeghiero prende 12.350,76 - quanto il presidente Paolo Dalla Vecchia a Venezia e Samuele Campedelli a Verona - e il doppio dei vice Agostino Baldacci e Giovanni Battocchio di Venezia e Verona. Mentre ai componenti del Cda spettano 54,89 euro a seduta.

Molto più contenuta la partita di Parchi e ville. Per il parco Colli Chiara Matteazzi - presidente - prende 6.669,48 euro, con 3.705,24 euro a ciascuno dei 5 componenti del comitato esecutivo. Partita da 50 mila euro complessivi invece per il parco Delta del Po; il parco regionale del Sile vale 7.410 euro per il presidente Antonio Confortin (la metà per vice e comitato esecutivo), mentre il parco delle Dolomiti frutta a Cinzia Ghedina 10.752,28 euro, un terzo dei 37.370,76 di Stefano Marcolini per l’ente parco naturale della Lessinia (8.400 al suo vice). Resta qualche altro migliaio di euro per l’Irvv (istituto regionale ville venete) per cui Nadia Qualarsa percepisce 12.350,76 di indennità di carca e 15.612,12 di diaria e per l’Izsv (istituto zooprofilattico sperimentale delle venezie) per la cui presidenza spettano a Giuseppe Dalla Pozza 29.096,28 euro (24 al vice Renato Coassin) e 19.397 per i 4 componenti del Cda. (Simonetta Zanetti)


Il Mattino di Padova, 5.09.2007


Paolo Tagliaro © 2003/04 - Tutti i diritti sono riservati