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n. 1318 del 07/09/2007

DI PIETRO: IO E LA FOTO CON L'INDAGATO

Il ministro: in Calabria è facile incontrare amministratori sotto inchiesta

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Gentile Direttore,

ieri il Corriere della Sera ha fatto rilevare la contraddizione tra la mia partecipazione a Locri in Calabria ad un incontro pubblico per discutere sulle cose da fare per contrastare la ' ndrangheta, ed il fatto che al mio fianco sul palco era presente un consigliere regionale, per giunta dell' Italia dei Valori, sotto inchiesta per reati contro la Pubblica amministrazione (nella foto il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro accanto al consigliere indagato).

Potrei riempire una pagina per spiegare che non c' entro e che mi sono trovato di fronte ad una platea che certamente non avevo disposto io. Potrei sostenere che anche in questo caso deve valere il principio dell' innocenza fino a quando non ci sia una condanna passata in giudicato. Potrei ricordare che purtroppo, in Calabria, quando incontri i politici locali o pubblici amministratori, spesso ti trovi di fronte persone che hanno avuto o hanno a che fare con la giustizia (tanto è vero che, anche attualmente, sono sotto inchiesta molti consiglieri o ex consiglieri regionali, compreso il presidente della Regione) e che se questi - per motivi connessi al loro mandato - devono incontrare esponenti del Governo nazionale non si può rifiutare loro il dialogo o la partecipazione.

Potrei potrei ma, in cuor mio, sento un' altra voce venir fuori: il Corriere della Sera fa bene, accidenti! Chi, se non il sistema dell' informazione deve segnalare tali incongruenze? Se non vogliamo essere criticati, dobbiamo fare di più e pretendere anche di verificare chi ci sta intorno. Inutile lamentarci del danno all' immagine che riceviamo: la colpa non è di chi denuncia il fatto (nel caso di specie il giornalista che ha riportato la notizia) ma di chi lo commette (il consigliere regionale che sapendo di essere sotto inchiesta si è andato a ritagliare un quadretto di verginità all' ombra di altri); e di chi non ha avuto l' accortezza di impedirlo (in questo caso chi ha promosso l' iniziativa pubblica e in ultima analisi, senza tanti giri di parole, io personalmente).

Fin qui la ricostruzione della vicenda sui fatti narrata dal Corriere. Ma nella ricostruzione mancava la ragione per la quale sono andato come rappresentante del governo e ministro delle Infrastrutture a Locri e a San Luca. Qui da decenni lo Stato sta cercando di costruire due nuove caserme dei carabinieri, per assicurare un migliore e maggiore servizio di contrasto alla criminalità. Ebbene, abbiamo sbloccato tutte le pratiche burocratiche: il mio impegno concreto è ora di far ripartire i lavori di costruzione della caserma di San Luca entro il mese di febbraio prossimo. E, per la stessa data, di avere anche pronta la progettazione definitiva e la disponibilità delle aree per la costruzione della caserma di Locri. Il Corriere può aiutarmi a tenere alta l' attenzione affinché le ditte che andranno poi ad operare in quelle zone non si sentano sole?

Di Pietro Antonio


Corriere della Sera, 30.08.2007


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