Grillo ha rintracciato la terra di nessuno, lo spazio aereo internazionale, le acque extraterritoriali, la banda d’onda transacustica. Ma non è un fantasma. Tutt’altro. Inonda della sua presenza la porosità di una società ingessata, ma niente affatto impermeabile. Il «comico», come ama qualificarsi lui con una punta di autoironica civetteria... come per sminuirsi, non ha ancora tirato affondi, limitandosi ad un «Vaffanculo» più dissacratorio ed iconoclasta che distruttivo bombarolo. Ma ha tutta l’aria di volere, poetando, arrivare «al fin della licenza».

Anche Cirano era buffo e quindi deriso. Eppure, o a maggior ragione, al fin della licenza toccava. Toccava senza scampo. Intanto che duella, Grillo riceve reazioni sgangherate da ipotetici alleati che non capiscono e un po’ meno che ipotetici nemici che capiscono ancora meno. Non è che siano tutti rimbambiti o ignoranti. Fanno gli indiani, i finti tonti. Si trovano di fronte a un fenomeno nuovo che non sanno come trattare, come manipolare. Guardateli. Guardate «lo spettacolo d’arte varia». Prima si mettono ad usare il silenzio per tastare il polso della situazione, sperando in fiaschi rassicuranti. Poi prendono atto dell’applauso fin troppo fragoroso e lo accettano con sufficienza per provare a sminuire.

Adesso danzano minuetti con alternanza di timorosi e melliflui passi avanti e indietro e di fianco. C’è persino chi si vorrebbe misurare con lui e cerca di fare lo spiritoso con risultati demoralizzanti. C’è anche chi, irresponsabilmente, si avventura in analogie da cazzotti in faccia, come minimo.

La «dama», con sincerità e concretezza, mostra ciò che si potrebbe o si dovrebbe obiettivamente apprezzare. Qualche damerino ha una voglia matta di avvinghiarla. Qualche altro ha voglia di piantarle una archibugica palla in mezzo agli occhi. Ma non riesce né nell’una né nell’altra impresa, impegnato com’è ad occuparsi di nei, crinoline e parrucche.

Intanto Grillo macina il tempo e gli eventi lo inseguono. Curioso, la dignità di non farsi sorprendere sembra appartenere a chi non ne ha il dovere istituzionale. Sarà dura, cari miei, metterlo a tacere. Ormai parla con la voce di milioni di persone che, finalmente, hanno capito le urgenze che riguardano tutti quanti. È inattaccabile, prima di aprir bocca si documenta ferocemente. Sport che sarebbe il caso che facesse proseliti. E poi, anche se in questo contesto non c’entra niente, mi fa molto ridere. Ma proprio molto. Il «comico», come dice lui, è in una forma spettacolare.