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RASSEGNA STAMPA

n. 1346 del 28/09/2007

VOTO DI SCAMBIO MESSO PER CONTRATTO; 420 PREFERENZE MA RESTA DISOCCUPATO

L'eletto non mantiene la promessa e parte la causa all'ufficio del lavoro - Le promesse del presidente della provincia di Udine all'ex vicesindaco al voto del 2006

___________________________________________________________________________

ROMA - Un contratto di vendita, con tanto di firme. Un accordo, nero su bianco, per vendere un pacchetto di voti, sotto elezioni, in cambio di un posto da dirigente alla Provincia di Udine. L'acquirente è l'attuale presidente, Marzio Strassoldo, alla guida di una giunta di centrodestra, riconfermato proprio dopo le amministrative del 2006.

Il venditore è un politico locale con un gruzzolo di preferenze, Italo Tavoschi, ex vicesindaco di Udine, centrista eletto con una lista civica. Nel documento stilato c'è pure il prezzo. Senza troppi giri di parole: 210 mila euro, in tre anni. Ora, Tavoschi, che si dichiara disoccupato, ha presentato ricorso all'ufficio del lavoro. Sì, proprio all'ufficio del lavoro. Lamenta il mancato rispetto di quel contratto.

Lui, scrive nel ricorso, l'accordo l'ha onorato e il presidente i suoi 420 voti "dopo un'intesa campagna elettorale", li ha ottenuti. Il centrodestra ha vinto le elezioni, ma, il posto da dirigente, dopo un anno, ancora non l'ha avuto. Un accordo comunque, che entrambe le parti, interpellate, definiscono lecito, seppure poi, dissentono sulla sua risoluzione. La vicenda è stata rivelata ieri dal "Messaggero Veneto".

Per il presidente Strassoldo "è uno di quei tanti accordi politici che si sottoscrivono in campagna elettorale. Solo che invece di chiedere un posto in giunta, per il quale Tavoschi, come singolo candidato, non aveva titolo, ha preteso un incarico dirigenziale". E, aggiunge, "in effetti l'accordo teneva conto del fatto che c'erano prospettive che si liberassero alcuni posti da dirigente. Ma subito, quelle opportunità sono state vanificate dalle norme della Finanziaria che ponevamo precisi paletti...".

Ma ecco, parola per parola, il contenuto del contratto, firmato il 20 febbraio 2006, cinquanta giorni prima del voto. "Italo Tavoschi si impegna a sostenere il prof. Strassoldo, alle prossime elezioni provinciali, e lo fa schierandosi in una lista che fa capo a Strassoldo, presentandosi in uno o più collegi nella città, oppure a discrezione dello stesso presidente, in altri collegi del territorio. Il presidente Strassoldo si impegna a riconoscere a Italo Tavoschi, per questa personale discesa in campo, nel caso di vittoria elettorale e conseguente conferma a presidente della Provincia di Udine, un incarico amministrativo, per la durata minima di tre anni, eventualmente rinnovabile.

Detto incarico, riguarderà il comparto delle attività produttive ed in particolare la promozione turistica della nostra provincia. Al dott. Tavoschi sarà riservato il trattamento economico lordo annuo di euro 70.000,00 (settantamila), nell'area dirigenziale, con oneri previdenziali a carico dell'ente Provincia. In alternativa potrà essere sottoscritto un contratto a progetto, di pari importo annuo, per la durata di anni cinque. Firmato Mario Strassoldo e Italo Tavoschi".

Sempre nel ricorso all'ufficio del lavoro, Tavoschi sottolinea di aver speso oltre tremila euro per "santini" e manifesti. E aggiunge che, in seguito, "non ha nemmeno potuto trovare altra occupazione dato che era in attesa dell'incarico promesso". Imbarazzo nella coalizione di centrodestra che sostiene il presidente. An, Forza Italia e Udc, chiedono un vertice urgente. La Lega minaccia di ritirare gli assessori. Il Movimento Friuli, espressione sia del presidente che della lista dov'era candidato Tavoschi, tace. (Giuseppe Caporale)


La Repubblica, 28.09.2007


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