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RASSEGNA STAMPA

n. 1384 del 18/11/2007

D' ALEMA: «NESSUNA PRESSIONE. E ORA QUERELO»

Replica alle accuse della Forleo. Il pg Blandini: non conosco il ministro, mai ricevuto telefonate - Il procuratore generale di Milano Mario Blandini sostiene che il racconto fatto dal giudice Forleo davanti al Csm va inquadrato in un momento di stress e «difficoltà psicologica». Quanto a D' Alema: «Non lo conosco, l' ho visto solo in tv» - Massimo D' Alema (foto), attraverso il suo avvocato Guido Calvi, ha fatto sapere che per tutelare la sua onorabilità «è inevitabile un' azione giudiziaria». Il ministro ha quindi affermato: «Non ho mai esercitato pressioni di alcun tipo sulla magistratura (...) Non conosco il procuratore generale Blandini»

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ROMA - Prima di passare al contrattacco «con azioni giudiziarie per tutelare la sua onorabilità», Massimo D' Alema ha voluto leggere a fondo i giornali con i resoconti dell' audizione al Csm del gip Forleo. «Ora basta», ha avvertito il suo avvocato, Guido Calvi: «Per tutelare l' onorabilità del ministro degli Esteri credo che sia inevitabile un' azione giudiziaria». Tuttavia, almeno per il momento, il giudice del caso Bnl-Unipol - che ha sostenuto l' ipotesi dell' esistenza di pressioni di D' Alema sul Procuratore generale di Milano, Mario Blandini, in merito alla divulgazione delle intercettazioni telefoniche - rimane sullo sfondo mentre nel mirino del vicepremier entrano fin da subito i quotidiani che avrebbero, a suo parere, forzato e strumentalizzato le accuse mosse dal magistrato anche davanti ai pm di Brescia.

D' Alema ribatte punto su punto e smonta il racconto fatto dalla dottoressa Forleo: «Non ho mai esercitato pressioni di alcun tipo sulla magistratura... E a proposito di presunti timori o pressioni che avrei esercitato in relazione a indagini giudiziarie, intendo chiarire che le intercettazioni telefoniche che mi riguardano sono depositate presso il Tribunale di Milano e ognuno può constatare che esse, per altro già rese pubbliche, non contengono alcun giudizio su personalità politiche». Inoltre, aggiunge il ministro degli Esteri: «Non conosco il Procuratore generale Blandini né ho avuto contatti con alcun magistrato milanese». Terzo punto: «Non conosco il contenuto delle dichiarazioni della dottoressa Forleo di fronte al Csm che d' altro canto sono, dovrebbero essere, secretate». Conclusione: «Visti tuttavia i giornali, ho dato mandato ai miei legali di compiere gli atti giudiziari necessari per ristabilire la verità e tutelare la mia onorabilità».

Se D' Alema rispedisce al mittente le accuse, il Pg di Milano, Blandini, sostiene che il racconto fatto davanti al Csm dalla Forleo va inquadrato in un momento di stress e di «difficoltà psicologica» del giudice: «Nell' ultimo anno e mezzo è stata sottoposta a un fuoco di fila di accadimenti e questo è umanamente comprensibile». Poi però il procuratore aggiunge: «Io Massimo D' Alema non lo conosco, l' ho visto solo in televisione e il Csm per ora non mi ha convocato. Se lo farà vorrà dire che farò un viaggio a Roma. Io non mai ricevuto nessuna telefonata di quel tenore né da D' alema né da nessun altro e mi lamenterò con il Csm perché ciò che ha detto la Forleo mi è stato reso noto dagli organi di stampa». Blandini ha anche ricordato che il giudice Forleo è sempre andata nel suo ufficio per chiedergli consigli: «Mi stimava e si fidava di me e, ora, mi meraviglierei che venissero fuori cose non corrispondenti a verità. La dottoressa Forleo ha grandi meriti ma, come dicono a Napoli, parte in quarta. E io non una volta, ma cento volte, le ho consigliato prudenza, dicendole che nel caso avesse sbagliato l' avrebbero fatta a pezzi». Il Csm, intanto, ha chiesto alla procura di Brescia di acquisire il verbale delle dichiarazioni rese dal giudice Forleo.

In una giornata avara di commenti, l' unico che spende una parola per il giudice Forleo è il ministro Antonio Di Pietro: «I giudici sono indagati per azioni disciplinari come nel caso di Clementina Forleo e Luigi de Magistris e invece dei politici implicati nelle loro indagini non parla più nessuno». Ma c' è anche un deputato di An, Carlo Ciccioli, che ha presentato un' interrogazione parlamentare urgente: «E' compatibile con il caso de Magistris il procuratore generale della Cassazione, Vito D' Ambrosio, che per due legislature è stato presidente per il centro sinistra della giunta regionale delle Marche?». Come è noto il 17 dicembre, la sezione disciplinare dovrà decidere se trasferire in via cautelare il pm de Magistris come chiesto dal ministro Clemente Mastella. (Dino Martirano)


Corriere della Sera, 9.11.2007


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