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RASSEGNA STAMPA

n. 1404 del 21/12/2007

INTERCETTAZIONI, BERLUSCONI FURIOSO 'UN ATTACCO CRIMINALE ALLA PRIVACY'

La reazione del Cavaliere dopo la pubblicazione del colloquio con Agostino Saccà - "Lo sanno tutti, in Rai lavori solo se sei di sinistra o se ti prostituisci" - Palazzo Chigi: "Conferma necessità di riforma radiotv". Fini: "Vicenda indecente" - Viale Mazzini all'ex premier: "Accuse indiscriminate, difenderemo i dipendenti"

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ROMA - "Un attacco criminale alla privacy". E' furiosa la reazione di Silvio Berlusconi dopo la pubblicazione sul sito dell'Espresso e di Repubblica.it del colloquio telefonico con il responsabile di Rai Fiction Agostino Saccà. Il caso arriva in serata anche a palazzo Chigi che ribadisce la richiesta alla magistratura di indagare ''senza dimenticare le prerogative delle persone e rispettando le garanzie costituzionali''. La presidenza del Consiglio auspica quindi una accelerazione della riforma del sistema radiotelevisivo.

L'ira di Berlusconi. Il cavaliere attacca frontalmente: "Sono stato esposto al pubblico ludibrio senza motivo. Non c'è niente di preoccupante, salvo il fatto che siamo in un paese in cui non c'è più libertà". Poi l'affondo del Cavaliere si sposta contro la Rai dove lavora "chi si prostituisce o chi è di sinistra". Parole dette da chi, nella telefonata con Saccà, "suggerisce" il nome di alcune avvenenti attrici. Una in particolare che il Cavaliere lega a un senatore della maggioranza che Berlusconi cerca di convincere a cambiare schieramento. "In Rai non c'è nessuno che non sia stato raccomandato, a partire dal direttore generale che non è certo stato scelto attraverso una ricerca di mercato". "Io - continua il Cavaliere - ho fatto diversi interventi solo per segnalare personaggi che non sono di sinistra e che sono stati messi completamente da parte in Rai".

"Rivendico ciò che ho fatto". In serata il capo del Pdl difende le sue parole al capo di Rai fiction. "Si capisce benissimo - dice - che in tutti e due i casi ho fatto interventi assolutamente apprezzabili. Uno per un'ingiustizia. L'altro per un caso doloroso di una persona che non lavorava e che non facevano lavorare".

Rai e Fnsi. Viale Mazzini risponde all'ex premier con un comunicato: "Di fronte ad accuse indiscriminate e dai toni inaccettabili, la Rai ribadisce la piena fiducia nei propri dipendenti e collaboratori, nelle loro capacità professionali e nel loro costante e reale impegno per il miglioramento del servizio pubblico radiotelevisivo".

Il consigliere di amministrazione della Rai Sandro Curzi si dice "sconvolto", sia "per la sostanza" che per "il tono del contenuto". Curzi, inoltre, stigmatizza "l'umiliante scenario di oscure manovre politiche avvenute ai danni e alle spalle del Cda". Mentre un altro consigliere, Nino Rizzo Nervo si dice "non stupito" dall'intercettazione: "E' la dimostrazione che una parte politica ha continuato sino a oggi a dirigere dall'esterno la Rai".

Anche la Federazione nazionale della stampa italiana interviene dichiarando che "stavolta l'onorevole Berlusconi ha davvero passato il segno. La rabbia per la diffusione di notizie che confermano le sue pesanti intromissioni nella gestione della Rai, lo ha portato a dichiarazioni di sconfinata volgarità nei confronti delle donne e degli uomini che lavorano nel servizio pubblico. Adesso ci sono soltanto due cose che deve fare: vergognarsi e chiedere scusa".

Guai per Saccà. Il capo di Rai Fiction, che si è autospeso, sarà sottoposto a un procedimento disciplinare dalla Rai. Una decisione in tal senso è stata presa dai vertici di viale Mazzini, secondo l'Agi. Saccà rischia anche il rinvio a giudizio dal tribunale di Napoli per corruzione.

Attacco a "Repubblica". L'ira del Cavaliere, oggi, non ha risparmiato Repubblica. In particolare la redazione napoletana del nostro quotidiano. "Mi si dice - azzarda Berlusconi - che il sostituto procuratore di Napoli è il fratello del capo della redazione napoletana di Repubblica". A questo proposito la nostra direzione sottolinea che la notizia "è destituita di ogni fondamento, ed è dunque falsa".

Le reazioni politiche. Carlo Giovanardi (Udc) punta l'indice sulla pubblicazione delle intercettazioni. "Una cosa che umilia tutte le regole parlamentari e processuali di un paese civile" dice il presidente della giunta per le autorizzazioni della Camera. E, in serata, anche Gianfranco Fini, pur non entrando nel merito, polemizza "Al di là degli aspetti legali, in questa vicenda si è superato il limite della decenza", mentre il leghista Roberto Maroni sostiene che la pubblicazione di una telefonata privata è l'ennesima dimostrazione della violazione sistematica di ogni legge, ogni regola ed ogni etica per colpire gli avversari politici. E' necessario che le istituzioni democratiche a partire dal Presidente della Repubblica (che presiede il Csm) intervengano subito per dirci se viviamo ancora in un Paese civile".

Mastella. ''Ho sempre ritenuto e piu' volte apertamente dichiarato che la riservatezza sia un diritto costituzionale da garantire a tutti senza eccezioni'', dice in una nota il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che aggiunge: ''Credo che, anche alla luce delle ultime notizie di cronaca sia importante che il Parlamento si esprima al piu' presto sulla delicata materia delle intercettazioni, fondamentale per le investigazioni degli inquirenti, ma a rischio strumentalizzazioni, approvando il ddl che ho presentato"


La Repubblica, 20.12.2007


Paolo Tagliaro © 2003/04 - Tutti i diritti sono riservati