Nonostante i ripetuti appelli sia dell'Unione Europea sia della Comunità internazionale, e giorni e giorni di trattativa - sia tra il governo regionale curdo e il governo turco che tra il governo di Baghdad e quello di Ankara - per scongiurare un attacco Turco nel Kurdistan Iracheno, eccolo arrivare puntuale.
Infatti, i cacciabombardieri turchi ieri per cinque ore hanno bombardato più di trenta villaggi nel profondo territorio del Kurdistan dell'Iraq, nelle zone di Balakayeti e Sidakan, uccidendo due donne e ferendo altre quattro persone in maniera grave.
Per fortuna la popolazione già sentiva il fiato sul collo e aveva abbandonato i propri villaggi ricostruiti con molta fatica dopo la caduta del regime di Saddam.
Ormai era nell'aria. Infatti, venerdì il premier turco Recep Tayyip Erdogan aveva autorizzato l'esercito a lanciare un'offensiva contro le basi curde nell'Iraq settentrionale. Sabato notte, l'esercito turco l'ha preso in parola inviando i suoi caccia F16 a bombardare.
I dirigenti della Turchia "democratica", che si accinge a diventare un membro dell'Unione Europea, hanno violato il diritto internazionale oltrepassando il confine dell'Iraq.
Ricordiamoci che per le stesse violazioni commesse dal regime di Saddam occupando il Kuwait nel 1991, giustamente furono mobilitati più di trenta Paesi. Ora chi pensiamo che si mobiliti per la popolazione curda in balia di una potenza come quella turca, membro del Nato e militarmente uno dei Stati più potenti del Medio Oriente?
Nessuno, e come sempre vengono usati due pesi e due misure.