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n. 1431 del 02/12/2007

LA TURCHIA E I CURDI : LETTERA APERTA A D'ALEMA

Caro On. D'Alema, nel suo recente viaggio in Turchia in un'intervista con emittente televisiva turca "Canal D" ha dato il suo appoggio al governo di Erdogan e in conseguenza ai generali Turchi che comandano la Turchia di scegliere l'opzione militare nei confronti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan della Turchia (PKK).

Lei On. D'Alema, nell'intervista - che è stata riportata sia dei giornali Italiani che della TV curde - ha detto testualmente "la Turchia ha il pieno diritto di avviare le limitate operazioni militari già approvate dal Parlamento dando l'assalto ai campi d'addestramento del Pkk e bombardandoli con aerei ed elicotteri".

On. D'Alema, la sua dichiarazione è molto grave, perché da il diritto a un paese come la Turchia, che continua a reprimere i 17 milioni di Curdi che vivono in quello Stato, di continuare con la sua politica sciovinista nei confronti della popolazione curda, e non solo della Turchia, ma anche nei confronti dei Curdi dell'Iraq, che hanno sempre cercato di mantenere buoni rapporti con la Turchia nonostante le continue minacce ricevute.

On. D'Alema, pochi giorni fa i suoi colleghi del Consiglio d'Europa hanno invitato i esponenti curdi della Turchia come l'ex sindaco di Sur, Abdullah Demirbas, e il sindaco di Diyarbakir, Osman Baydemir, che hanno descritto la pressione politica e la persecuzione giudiziaria a cui sindaci e consigli comunali della regione sono stati sottoposti da parte delle autorità.

Ecco, siamo sinceri, non ci aspettavamo questa sua posizione sia come uomo politico di un paese democratico, sia come presidente di un partito di sinistra, ma soprattutto come Ministro degli Esteri d'Ita


Shorsh Surme, giornalista curdo-iracheno corrispondente, in Italia, della TV satellitare curda


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