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n. 1439 del 18/02/2008

AFGHANISTAN SENZA PACE : MOLTO LAVORO ANCORA DA FARE

Con la morte del soldato italiano è tornata sulle prime pagine dei giornali la questione afghana che, dopo quasi 7 anni della caduta del regime talebano, continua a vivere in una situazione disastrosa da tutti i punti di vista.

Sicuramente non si può dire che in Afghanistan ci sia la sicurezza: in certe zone come la provincia di Khost, che ha una lunga frontiera con le zone tribali del Pakistan occidentale - retrovia dei Talebani e roccaforte della ribellione integralista islamica contro il governo di Islamabad - governano soltanto i capi tribù, quindi la zona è completamente fuori del controllo del governo Afghano.

Infatti, il 6 novembre scorso un attentato kamikaze contro un pulman che trasportava una ventina di deputati nella provincia di Baghlan, nell'Afghanistan settentrionale, aveva provocato la morte di 100 persone tra di loro 6 parlamentari.

Il movimento dei Talebani è pronto a riemergere di nuovo. E anche se sembra che esso non riceva alcun appoggio dal Pakistan, i suoi uomini possono spostarsi con facilità attraverso la regione senza legge del Waziristan.

I Talebani collaborano con elementi di al-Qaeda, con le milizie tribali che si oppongono al governo di Hamid Karzai, e con i trafficanti di droga. Essi possono contare sugli enormi introiti provenienti dall'oppio. L'esercito nazionale afghano, composto da 42.000 uomini, soffre di alte percentuali di diserzione, mentre la polizia locale non è ritenuta affidabile per poter affrontare la situazione.

Sicuramente l'instabilità politica in Pakistan ha contribuito al peggioramento della situazione in maniera decisiva. Dai dati statistici dell'Istituto per la ricerca di pace con la sede in Pakistan emerge che, dall'inizio dell'anno in corso gli attentati violenti verificatisi nel paese sono di molto aumentati rispetto al 2007.

Secondo molti analisti, i continui e violenti attacchi terroristici recenti in Afghanistan dimostrano l'inefficacia del tentativo degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali di stabilizzare la situazione del paese con iniziative militari.

Per migliorare concretamente il quadro della sicurezza afghano, il governo del paese e la comunità internazionale dovranno ancora compiere un gran lavoro, con un compito duro e difficile per aiutare il popolo afghano di uscire da questa tragedia che dura ormai da più di trent'anni.


Shorsh Surme, giornalista curdo-iracheno corrispondente, in Italia, della TV satellitare curda


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