C’è una stradina a Due Carrare, vicino ad un piccolo laghetto, fino a qualche anno fa ancora sterrata, dove, passeggiandoci in bicicletta o a piedi, a maggio e giugno. si poteva godere  la primavera di una volta:narcisi e gigli bianchi e gialli  lungo l’argine dei canali, l’acqua pulita che scorreva, gallinelle selvatiche che  ti attraversavano la strada, e, vicino al piccolo cimitero di Cornegliana, addirittura  uno strato di ninfee che affioravano  dall’acqua incontaminata. 
 La stradina, Via Da Lisca diventa poi Via Palazzina e arriva fino al piccolo borgo di Cornegliana, icona di una campagna veneta che sta sparendo, dove un’antica casa colonica ormai diruta ed in abbandono riproduce un’atmosfera bucolica unica, da isola felice in un territorio ormai devastato dalle speculazioni edilizie e dalla miopia degli amministratori.
Il caso,o  la fortuna, più che gli amministratori avevano finora  salvaguardato Carrara S. Giorgio e Carrara S. Stefano fino a pochi anni,  pochi mesi fa,  poi  qualcosa è  cambiato: anche in questi luoghi incontaminati e suggestivi, dove si incontravano gli aironi bianchi, sono spuntate le case, tanti nuove case che sorgono in mezzo al verde, in aree prima agricole,che creano nuovi agglomerati, nuovi borghi, che violentano il paesaggio e che si affacciano quasi minacciosi sui suggestivi rii che caratterizzavano questo angolo di campagna veneta.
Ed  è  questo scempio della natura che io denunciavo qualche tempo fa in una lettera aperta in questo giornale , un invito al sindaco ed all’amministrazione comunale di Due Carrare a riflettere e ripensare il Piano di sviluppo del paese..
Il sindaco, in una  pubblica risposta alle mie critiche , smentisce che Due Carrare sia stata sommersa dal cemento, ed afferma  che “non è vero che si costruisce ovunque” e che comunque si costruisce sulla base di un’espansione prevista dal PRG della precedenti amministrazioni.  Individua anche mie  responsabilità  come ex consigliere comunale  , colpevole,  se non di avere approvato quel PRG ( non ero ancora consigliere comunale quando è stato approvato) ,  almeno di non essermi opposto in sede di  controdeduzioni al PRG  (che sono semplici atti dovuti e formali per il completamento di un iter amministrativo già definito) .
 In  tema di nuove urbanizzazioni il sindaco di Due Carrare critica anche la mia astensione (unico consigliere di maggioranza)  nella delibera relativa alla  trasformazione d’uso  di una  ex fabbrica, la  Baby Plast.   Mi sono astenuto si, dice il sindaco, ma “ solo per  motivi economici” (dove i motivi economici altro non erano che la mia  strenua opposizione verso l’ interesse del privato che si vedeva attribuito un indice di edificabilità maggiore rispetto a quello vigente nell’area).
Lungi da me, comunque, la voglia di polemizzare con il sindaco, io voglio solo richiamare l’attenzione e sollevare il problema di una violenta trasformazione che sta avendo il territorio di Due Carrare anche alla luce del PAT, recentemente illustrato in pubblici incontri, dove si costruisce sulla base di esigenze abitative di altri 1200 abitanti (nel 1999 se ne prevedevano 2000 e se ne sono insediati, in dieci anni neanche 1000), dove si prevedono nuovi insediamenti in zone agricole (esempio  Via Figaroli, in pieno territorio agricolo, che in questi mesi ha visto spuntare ,  case come funghi, con nuovi permessi edilizi, ampliamenti, trasformazioni e  nuove costruzioni che l’hanno  trasformata  ormai in un borgo)  dove si prevede , sempre in zona agricola , il cambio d’uso degli annessi rustici, fino ad arrivare alla costruzione di una strada parallela al Biancolino che andrà a devastare un territorio incontaminato che meritava invece di  essere salvaguardato.
Io credo che non sia questo il modello di sviluppo che vogliono i cittadini, un modello di sviluppo che perfino il governatore Galan ha recentemente stigmatizzato, denunciando speculazioni e cementificazioni del territorio, io credo invece  che un’amministrazione debba dotarsi di una nuova cultura per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, degli antichi borghi, come Pontemanco (dove il Pat trasforma il verde ed il territorio agricolo unendo la frazione al centro) e di Cornegliana, che fino a qualche mese fa conservava un paesaggio quasi intatto di campagna veneta.
Voglio dire quindi, che quando il sindaco afferma nel suo intervento  di volere una espansione in armonia con l’edificazione tipica del nostro territorio, dice cose  giuste, ma  non basta, non è sufficiente, si dimentica una cosa fondamentale, cioè che  sviluppo ed espansione devono essere anche in armonia , oltre che con l’edificazione, anche con il territorio.