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RASSEGNA STAMPA

n. 1572 del 28/07/2008

MANCINI RACCONTA LA SUA VERITÀ 'POLLARI RIFERIVA A TRONCHETTI'

Le rivelazioni dell'ex numero tre del Sismi sullo scandalo intercettazioni - Rapporti "frequenti e diretti" tra l'imprenditore e il capo dei servizi segreti - "Un paio di volte il direttore andò a pranzo dal presidente della Telecom".

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MILANO - Il report "Questua" serviva a controllare un dipendente Pirelli noto "giocatore d'azzardo". Il suo vizio, faceva "prospettare furti" di risorse all'azienda. Il riferimento "Op. Sim/Mi", invece, era "una pratica commissionata direttamente dalla Security Telecom, nella persona di Tavaroli che mi disse essere di interesse personale del dottore Marco Tronchetti Provera".

Non ci sono solo le parole di Tavaroli ad allungare pesanti ombre sulle responsabilità del top management delle società Telecom e Pirelli nell'affaire dei dossier illegali. Tra le migliaia di pagine depositate da 48 ore dalla procura di Milano, ci sono anche i resoconti della principale "spalla" di Tavaroli, il responsabile dell'agenzia di investigazioni fiorentina, Emanuele Cipriani. Dal 2000, la sua "Polis d'Istinto" è stata la principale produttrice dei dossier illegali sfornati dalla Telecom. Migliaia di pratiche che i pm milanesi hanno tentato di ricostruire dal momento del suo arresto, nel settembre del 2006, fino all'estate 2007. In merito all'operazione "Sim/Mi", Cipriani aggiunge che "l'oggetto era eseguire due diligence sul nominativo di interesse che, seppur noto, doveva intraprendere affari con lo stesso Tronchetti Trovera. Ricordo che per questa pratica, come per altre di particolare interesse per l'azienda, venivo sollecitato quasi quotidianamente da Tavaroli".

Il doppio legame con il Sismi. Ancora oscuri rimangono i rapporti che sono esistiti tra la Telecom e in vertici dei Servizi militari (Sismi). A cercare di spiegarli è stato Marco Mancini, finito in carcere per questa vicenda nel dicembre del 2006, accusato di aver "passato" dossier alla struttura dell'amico fraterno Tavaroli, in cambio di denaro. Il numero tre del Sismi, il 22 dicembre scorso, oltre a negare le accuse, svela come i rapporti tra Tronchetti e il suo comandante, il generale Niccolò Pollari, fossero frequenti e diretti nonostante non ci fosse alcuna investitura ufficiale. "Non ho mai saputo di un interesse istituzionale del Sismi per Telecom", spiega sul punto Mancini, aggiungendo però "che il direttore (Pollari, ndr), un paio di volte andò a pranzo con Tronchetti Provera". E stando a un altro versione ricordata ai pm da Giuliano Tavaroli, il generale avrebbe anche "passato" più di un documento alla società telefonica.

In questa storia in cui i misteri sembrano non avere mai fine, appare curioso il ruolo assunto in Telecom dall'esperto di strategie internazionali Luttwak, "consulente personale" di Tavaroli. Presumibilmente (il nome di battesimo non è mai citato) si tratta dell'opinionista televisivo Edward. Stando all'ex brigadiere dell'Arma, il cittadino americano "avanzava soldi da Colaninno (precedente gestione Telecom, ndr) che lo retribuiva con un cifra di un milione di euro l'anno. Si propose come consulente sulla vicenda Brasile per darci una mano". E anche in questa vicenda ecco spuntare il Sismi e le informazioni soffiate non si sa bene a quale titolo alla Security Telecom. Il ruolo dell'opinionista, per Tavaroli "si rivelò utile per poco e quindi non continuammo a retribuirlo specialmente dopo aver ricevuto da Pollari lo stesso rapporto che io avevo ricevuto da Luttwak, e capiì che lavorava anche per il Sismi. Dopo che interruppi il rapporto Luttwak passò al soldo di Dantas (società rivale di Telecom in Brasile, ndr)".

Domestici spiati. L'aspetto che rimane ancora oscuro è chi potesse avere interesse a spiare tutto e tutti. Perché, soprattutto dai verbali di Cipriani, appare evidente una sorta di mania di persecuzione nei confronti di chiunque potesse entrare in contatto con i vertici aziendali. Ecco spiegati i rapporti investigativi anche su chi veniva assunto per ruoli privati della famiglia Tronchetti Provera. Lavori poi pagati dall'azienda. Il dossier "Rose" mirava a scoprire la "moralità di una coppia che avrebbe dovuto essere assunta al servizio presso l'abitazione del dottor Tronchetti". Solo la punta di un iceberg, come sottolinea l'investigatore fiorentino. "Le verifiche su persone da impiegare pressa la famiglia Tronchetti - aggiunte Cipriani il 13 agosto scorso - ne sono state chieste e fatte svariate". Ecco spiegato il report "Domestic", invece si riferiva a una investigazione su un extracomunitario in servizio nell'abitazione sempre dell'azionista di maggioranza Telecom-Pirelli. "Guardaroba", sempre a sentire Cipriani, era un report sull'integrità di una donna che stava per essere assunta "al servizio di Afef come guardarobiera". E tra le migliaia di accertamenti ce ne sono perfino sul conto di altri familiari. Come "Macumba", ossia un "accertamento su una persona legata sentimentalmente al fratello del presidente". Visto il committente, Cipriani in questo caso aveva deciso "di predisporre anche una grafica elegante".

"Ci serve un bandito". Nel verbale del 19 aprile 2007, Tavaroli ripercorre nei dettagli l'operazione brasiliana che vedeva Telecom opposta al gruppo Dantas. L'ex brigadiere spiega come era nata la decisione di affidare al discusso intermediario di ori-gini libanesi, Naj Nahas, il "compito di utilizzarlo per la vertenza contro Dantas nonostante fosse emerso un profilo del finanziere spregiudicato". Secondo Tavaroli, "il presidente Tronchetti - Provera e Buora decisero comunque di utilizzarlo sintetizzando con una battuta la loro strategia: "Per trattare con un bandito, ci vuole un bandito"".

Per la cronaca, sia Daniel Dantas che Nahas sono finiti in carcere due settimane fa in Brasile per presunte tangenti. (Emilio Randacio)


La Repubblica, 25.7.2008


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