CITTADINI ATTIVI
sito ufficiale della libera associazione di liberi cittadini
CITTADINI ATTIVI per la democrazia e la giustizia
CITTADINI ATTIVI: SCRIVICI per dire la tuaPer ricevere le nostre comunicazioni

HOME PAGE

Home

Aggiungi ai preferiti

SOSTIENICI

Modalità di Sostegno

Modulo di Sostegno

VI SEGNALO

» COSTI SPRECHI E PRIVILEGI DELLA POLITICA

» EVASOPOLI

» ''E IO PAGO!'' - L'USO INSANO DEL PUBBLICO DENARO

» ETICA, MORALE E CORRUZIONE NELLA POLITICA

» IL 'LATO OSCURO' DEL PAESE ITALIA

» LA POLITICA ESTERA

» IN DIFESA DEL CITTADINO

» LA POSTA DEI NOSTRI SIMPATIZZANTI

PRESENTAZIONE

Finalità

Statuto

Organizzazione e sedi

NEWS

Editoriali e comunicati

Incontri ed eventi

Calendario
Incontri ed eventi

Rassegna stampa

Notizie dal territorio

DA VEDERE

Archivio foto

Archivio video

Links

CONTATTACI

Scrivici in e-mail

Iscriviti alla newsletter

PRENOTAZIONE AI CONVEGNI

Prenota il tuo posto

Verifica lo stato della richiesta

PER CONOSCERCI MEGLIO

Armando Della Bella

Girotondidelleidee

Mondo Giovani

Marco Bovo

Davide Gobbo

Meno Sprechi Meno Tasse

MODILAUT

Marco Travaglio

Democrazia e Legalità

VISITA ANCHE

Presidenza della Repubblica

Senato della Repubblica

Camera della Repubblica

Comune di Padova

Provincia di Padova

Regione Veneto

Rassegna stampa del Senato

RICERCA

Archivio articoli

editoriale
incontri-eventi
rassegna stampa
archivio foto
archivio video

RICERCA AVANZATA



RASSEGNA STAMPA

n. 1664 del 11/01/2009

LETTERA A DI PIETRO... di Vittorio Feltri

Lei è il principe dei moralisti, però gestisce i milioni dell'Idv con la consorte: in ciabatte e nel tinello di casa sua. E non rende conto agli elettori. Com'è la storia dei 10 appartamenti?

__________________________________________________________________________

Caro Di Pietro,

è arrivato il momento anche per Lei di dire la verità. Ormai non è più un pubblico ministero obbligato soltanto ad attenersi ai codici: è un politico di lungo corso e come tale non può nascondersi dietro a un dito, dicendo che così fan tutti, che non si è preso un euro illegalmente, che il partito è suo ed è giusto sia amministrato – anche a livello finanziario – nell’ambito della sua famiglia, marito e moglie davanti a un fiasco di vino.

So che ci sono in ballo cause intentate da suoi ex collaboratori e ex iscritti all’Italia dei valori, e non desidero entrare nel merito di beghe tribunalizie. Ci mancherebbe. Non sono né magistrato né avvocato né poliziotto e neppure vigile urbano e non pretendo spiegazioni in punta di diritto. Non è questo il problema. Qui siamo di fronte ad anomalie che meritano una giustificazione politica.

Lei, a torto o a ragione, dopo essere stato il giustiziere della notte della Repubblica – mi riferisco a Tangentopoli e conseguenze -, si è trasferito armi e bagagli sull’altra sponda, quella delle autorità elettive, e anche in questo campo non ha rinunciato al ruolo del moralizzatore e del moralista. Una scelta legittima finchè si vuole ma che implica il dovere, per chi l’ha fatta con slancio e convinzione, di essere almeno coerente.

In parole terra terra: chi predica bene non può permettersi il lusso di razzolare male e di lamentarsi se poi qualcuno lo spernacchia rumorosamente. Questo qualcuno è il Giornale che attraverso il lavoro, a mio giudizio eccellente, di Gian Marco Chiocci e di altri validi cronisti e commentatori, ha portato in evidenza una serie di stranezze del suo operato, alle quali lei ha risposto secondo il suo stile: ricorrendo alle querele. Il che rientra nelle facoltà riservate a ogni cittadino. Ma lei non è un cittadino comune, bensì un leader protagonista della vita italiana, un rappresentante del popolo e al popolo deve rendere conto, oltre al giudice. E non solo alla gente che ha votato Idv, ma a tutti.

E’ di dominio pubblico che suo figlio – stando a quanto si è appreso – non ha commesso reati, e che nonostante ciò si è dimesso dal partito. Ha fatto una buona cosa. Però non ha risolto l’aspetto politico delle sue telefonate malandrine per raccomandare amici e conoscenti.

L?Italia dei valori si identifica in lei, e lei è un noto moralista. Come si concilia la sbandierata vocazione per la correttezza con quanto è accaduto in casa sua? Questo è niente. Come si concilia piuttosto una specchiata virtù con finanziamenti pubblici all’Idv (milioni di euro) maneggiati in un tinello da lei e consorte in ciabatte?

Non dico che la disinvoltura amministrativa sconfini nell’illecito penale, non spetta a me simile valutazione. Mi limito a segnalarle che un patrimonio del genere impone una gestione collegiale, chiara e controllata in modo che su Cesare e compagna non gravi il sospetto di eccessiva scaltrezza.

La politica è già abbastanza criticata e, per quel che mi riguarda, non è mai criticata abbastanza. Ma lei, che fa le pulci a tutti, che spara accuse di corruzione come fossero complimenti galanti, non si sente in imbarazzo a condurre la cassa del suo partito come fosse quella di una latteria? Non si sente in imbarazzo a tenere i soldi nel bancone in cui nessuna mano può accedere tranne la sua e quella della signora?

Andiamo, non finga di non capire il senso di questa mia lettera. E’ stato scritto che lei si è comperato una decina di appartamenti. Beato lei, d’accordo. Però faccia lo sforzo di raccontare serenamente con quale abilità è riuscito a combinare tanti buoni affari. Abbia un pizzico di comprensione per la curiosità dei cronisti che è la stessa curiosità dei lettori. Dia loro soddisfazione. Saranno contenti di apprendere i segreti di una così spiccata propensione per il settore immobiliare, nel quale di solito gli inesperti ci lasciano le penne e non solo quelle.

Infine, la sollecito a darci prova della sua trasparenza e affidare i milioni del finanziamento a un collegio di “ragionieri” eletti nel suo partito. La smetta di toccare pacchi di banconote. Puzzano. Non è un esercizio igienicamente apprezzabile.

Non ho altro da domandarle. Per adesso.


Libero, 8.01.2009


Paolo Tagliaro © 2003/04 - Tutti i diritti sono riservati