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n. 2002 del 08/03/2013

8 MARZO, UNA RIFLESSIONE LUNGA UN ANNO

.

Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento con la “Giornata Internazionale della Donna” che non può non essere un momento di riflessione sulle vicende quotidiane che coinvolgono il genere femminile. Sempre più spesso, ai nostri tempi, si sente parlare di violenza sulle donne, donne che subiscono maltrattamenti fisici o condizionamenti psicologici senza poter riuscire a trovare una soluzione adeguata al proprio dramma.

Gli organi di informazione riportano quotidianamente storie di aggressività, di omicidi e di suicidi, di donne spinte all'esasperazione da uomini troppo insensibili o dallo stress a cui sono indotte. Molte di loro non riescono a gestire la propria vita né tantomeno il proprio rapporto che diventa un vero e proprio incubo. Negli ultimi anni sono aumentati gli episodi di violenza e femminicidio, fenomeni dilaganti nella nostra società: in Italia 124 casi solo nel 2012, un numero significativo, eccessivamente significativo.

In Europa l’occupazione femminile è il 60% del totale, in Italia solo il 43% nonostante che, su 100 laureati, 58 siano donne e 42 uomini. Il rapporto fra occupati maschi e occupati femmine è di 100 a 70: siamo, in questa statistica, penultimi, dopo la Grecia. A parità di livello e di professione una donna guadagna circa il 18% in meno del collega uomo e molto spesso deve scegliere se lavorare o dedicarsi alla famiglia e ai figli.

In Italia le donne che non hanno figli sono più numerose che negli altri Paesi: il 24% circa delle nate nel 1965 non ne ha, contro, ad esempio, il 10% delle donne francesi nate nello stesso anno. Le donne oggi, in un sistema che riduce le risorse destinate ai servizi sociali e formativi, spesso rappresentano di fatto il vero welfare, il più diffuso ed invisibile ammortizzatore sociale. Le pari opportunità diventano perciò oggi sempre più un fattore di straordinaria rilevanza democratica, civile ed economica.

Le ultime elezioni politiche hanno determinato un Parlamento in cui le donne sono il circa 32% alla Camera e circa il 29% al Senato, un segnale positivo nella speranza che si arrivi a realizzare un’adeguata rappresentanza di genere nell’ambito di una vera democrazia compiuta. Nel 2008 le donne elette erano meno del 20% e nel 2011 poco più dell’11%.

Oggi, noi crediamo sia importante rilanciare l’importanza della meditazione sul significato storico e sociale di questa ricorrenza, una riflessione tra passato e futuro, uno stimolo a proseguire sulla strada del contrasto delle forme di discriminazione femminile e a sostegno delle pari opportunità, intese nella loro più ampia accezione. Siamo consapevoli che, nel nostro Paese, c’è ancora tanto da fare per un domani migliore, per un futuro che tutti noi abbiamo il diritto di costruire e di scegliere.

Un caro saluto ed un sentito abbraccio a tutte Voi.


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Paolo Tagliaro © 2003/04 - Tutti i diritti sono riservati