UN PAESE IN DECLINO...
Di Armando Della Bella (del 21/02/2009 @ 00:47:46, in Sprechi e Privilegi, linkato 1979 volte)

E' stato un libro di successo quello di Rizzo e Stella, “La Casta”. Ha venduto molte copie e suscitato numerosi dibattiti. I costi, gli sprechi ed i privilegi della “casta” dei politicanti hanno animato la coscienza di molti. Noi “CITTADINI ATTIVI”, molto prima di Rizzo e Stella, ne avevamo denunciato, sul nostro sito web www.cittadiniattivi.it, – e continueremo a farlo - fatti e misfatti convinti che solo l'adozione di un principio di sobrietà nella politica potrà recuperare questo nostro Paese ad un livello di moralità pari a quello esistente ai tempi dei nostri padri costituenti. Infatti nel 2008 le spese correnti di Palazzo Madama sono salite di quasi 13 milioni rispetto al 2007 per arrivare ad oltre 570 milioni di euro, 1 milione e 772.000 euro a senatore con un aumento del 2,20%, nettamente sopra all'inflazione programmata del 1,7%. E' cambiato qualcosa? No, anzi... Qualcuno si è indignato? Nessuno.

Durante la recente campagna elettorale il “diktat” era: aboliamo le province, centri di costo inutili che oggi costano circa il 65% in più di otto anni fa. Oltre cento anni dopo la prima proposta di abolizione delle province, presentata dall'allora deputato Gesualdo Lambertini, oggi invece assistiamo alla probabile creazione delle nuove province di Sibari, Sala Consilina, Pinerolo, Aversa, Civitavecchia ecc. E' cambiato qualcosa? No, anzi... Qualcuno si è indignato? Nessuno.

Nell'ultimo numero de “La Voce”, denunciavamo quanto riportava l'Alto Commissario Anticorruzione nella sua relazione annuale: ‹‹la corruzione - nel nostro Paese - si considera diffusa in modo capillare anche dopo “Mani Pulite” e con tendenza addirittura ad accrescersi›› a tal punto che il nostro è un ‹‹Paese nel quale è prassi comune il pagamento di tangenti››. E' cambiato qualcosa? No, anzi... Qualcuno si è indignato? Nessuno.

Solo pochi giorni dopo l'uscita de “La Voce”, il presidente della Corte dei Conti, nella sua relazione annuale per l'apertura dell'anno giudiziario, definisce l'Italia uno tra i Paesi più corrotti al mondo, tra i peggiori nelle classifiche ufficiali relative a questo fenomeno. Accade, invece, che il ministro della Funzione Pubblica del penultimo governo, dispose di limitare la pubblicazione delle retribuzioni dei consulenti di enti pubblici solo agli incarichi il cui compenso superava i 289.984 euro ovvero lo stipendio annuo del primo presidente della Corte di Cassazione (!) mentre, recentemente, è stata emanata una norma con la quale si è esclusa la responsabilità di amministratori, componenti del collegio sindacale e dirigenti preposti alla redazione di documenti contabili di Alitalia per fatti successivi al 18 luglio 2007, giorno in cui fallì la gara avviata dal precedente governo. Decisioni, queste, che hanno “calato una cappa di silenzio su dati che, secondo la legge, avrebbero dovuto invece essere comunicati al pubblico”. E' cambiato qualcosa? No, anzi... Qualcuno si è indignato? Nessuno.

E su questo piano potremmo continuare con altri esempi e citazioni. Quello che appare oggi chiaro è che ci troviamo di fronte ad un Paese ripiegato su sé stesso, incapace di indignarsi, assuefatto. Un Paese che si sta abituando a convivere con le ruberie, il malaffare, i privilegi, le cose che non funzionano, la corruzione, la raccomandazione, l'intolleranza, la criminalità. Un Paese incapace di reagire come se la patologia fosse ormai la norma, l'eccezione fosse la regola. Ma acquiescenza e rassegnazione sono spesso segnali di un Paese in declino.