Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Finalmente. Sembrava che il risultato tanto atteso fosse stato raggiunto, ma ancora una volta qualcosa è andato storto. Si sta parlando della “class action”. E’ lo straordinario strumento che permetterebbe ai consumatori di intentare cause collettive contro società che offrono beni o servizi (vedi il crac Parmalat con tantissimi consumatori che hanno perso i loro risparmi investiti nelle azioni della società). L’emendamento è già passato e dal primo gennaio 2009 sarebbe dovuto entrare in vigore, ma, come al solito, chissà per quale oscura ragione, c’è stato un rinvio.
Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ritiene che la legge così non va, perché pregiudicherebbe gli investimenti delle imprese a danno poi anche dei lavoratori. Il ministro per le Attività Produttive, Claudio Scajola, conferma che è giusto il risarcimento per il danno subito dai consumatori e che la legge è valida, ma bisogna rivederla con le parti interessate. Tutto questo poi nel momento in cui sta per partire la causa sostenuta da Altroconsumo contro i presunti responsabili del crac Parmalat.
Naturalmente le associazioni dei consumatori sono insorte contro questo ulteriore rinvio, giudicandolo senza quasi alcuna utilità. Anche CITTADINI ATTIVI si schiera con i consumatori, quindi a favore dell’entrata in vigore al più presto della legge, e chiede di evitare tutti questi inutili rinvii che pregiudicano la stessa credibilità dell’operato del Governo.
Bisogna ricordare che i cittadini sono l‘elemento fondamentale della realtà sociale, sono quelli che producono, che spendono, che investono, che risparmiano. Perché quando si tratta di proteggerli si mettono sempre i bastoni tra le ruote e si complica tutto? Inoltre fa riflettere che, in Europa, la “class action” sia applicata concretamente senza tanti problemi, mentre in Italia il governo ne parli, ne parli ma non l'emani mai. Forse sono troppi gli interessi che circolano intorno alle aziende da milioni di euro.
E’ ormai un dato di fatto che gli Italiani non riescono più a rientrare nel budget mensile familiare. Le spese aumentano giorno per giorno e lo dimostra il continuo rialzo del prezzo del petrolio che sta tagliando le gambe, già abbastanza tremule, dell’economia italiana. Tutto costa troppo e la cinghia più stretta di così non può essere tirata, si rischia un nuovo 1929, nessuna categoria è esente da questa grave crisi che può diventare ancora più pesante se non ci si appresta a fare qualcosa di concreto. A rischio anche la nostra alimentazione.
Noi CITTADINI ATTIVI sosteniamo con favore il progetto di “vendita diretta” che gli Enti Locali stanno promuovendo. In sintesi è la vendita diretta dei prodotti dei coltivatori sui mercati cittadini. Naturalmente questo farebbe accorciare la filiera ed incoraggerebbe la vendita dei prodotti locali; il passaggio dal produttore al consumatore ridarebbe fiato ai bilanci dei produttori agricoli, ma non meno di tutti se ne avvantaggerebbero gli stessi consumatori: un aiuto a far quadrare i conti delle famiglie.
Il progetto rilancerebbe la piccola economia consentendo di consumare prodotti freschi e sani. La proposta in cantiere è quella di riservare un 20% dei posti nelle piazze per la vendita diretta, ma alcune categorie storcono il naso di fronte a questa iniziativa. Riteniamo che in questo momento non sia proprio il caso di fare gli schizzinosi. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo cooperare per il bene di tutti, non pensare ai vantaggi che alcuni vorrebbero trarre dalla speculazione incontrollata a danno delle famiglie.
Siamo davvero alla frutta?
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