Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E' stato un libro di successo quello di Rizzo e Stella, “La Casta”. Ha venduto molte copie e suscitato numerosi dibattiti. I costi, gli sprechi ed i privilegi della “casta” dei politicanti hanno animato la coscienza di molti. Noi “CITTADINI ATTIVI”, molto prima di Rizzo e Stella, ne avevamo denunciato, sul nostro sito web www.cittadiniattivi.it, – e continueremo a farlo - fatti e misfatti convinti che solo l'adozione di un principio di sobrietà nella politica potrà recuperare questo nostro Paese ad un livello di moralità pari a quello esistente ai tempi dei nostri padri costituenti. Infatti nel 2008 le spese correnti di Palazzo Madama sono salite di quasi 13 milioni rispetto al 2007 per arrivare ad oltre 570 milioni di euro, 1 milione e 772.000 euro a senatore con un aumento del 2,20%, nettamente sopra all'inflazione programmata del 1,7%. E' cambiato qualcosa? No, anzi... Qualcuno si è indignato? Nessuno.
Durante la recente campagna elettorale il “diktat” era: aboliamo le province, centri di costo inutili che oggi costano circa il 65% in più di otto anni fa. Oltre cento anni dopo la prima proposta di abolizione delle province, presentata dall'allora deputato Gesualdo Lambertini, oggi invece assistiamo alla probabile creazione delle nuove province di Sibari, Sala Consilina, Pinerolo, Aversa, Civitavecchia ecc. E' cambiato qualcosa? No, anzi... Qualcuno si è indignato? Nessuno.
Nell'ultimo numero de “La Voce”, denunciavamo quanto riportava l'Alto Commissario Anticorruzione nella sua relazione annuale: ‹‹la corruzione - nel nostro Paese - si considera diffusa in modo capillare anche dopo “Mani Pulite” e con tendenza addirittura ad accrescersi›› a tal punto che il nostro è un ‹‹Paese nel quale è prassi comune il pagamento di tangenti››. E' cambiato qualcosa? No, anzi... Qualcuno si è indignato? Nessuno.
Solo pochi giorni dopo l'uscita de “La Voce”, il presidente della Corte dei Conti, nella sua relazione annuale per l'apertura dell'anno giudiziario, definisce l'Italia uno tra i Paesi più corrotti al mondo, tra i peggiori nelle classifiche ufficiali relative a questo fenomeno. Accade, invece, che il ministro della Funzione Pubblica del penultimo governo, dispose di limitare la pubblicazione delle retribuzioni dei consulenti di enti pubblici solo agli incarichi il cui compenso superava i 289.984 euro ovvero lo stipendio annuo del primo presidente della Corte di Cassazione (!) mentre, recentemente, è stata emanata una norma con la quale si è esclusa la responsabilità di amministratori, componenti del collegio sindacale e dirigenti preposti alla redazione di documenti contabili di Alitalia per fatti successivi al 18 luglio 2007, giorno in cui fallì la gara avviata dal precedente governo. Decisioni, queste, che hanno “calato una cappa di silenzio su dati che, secondo la legge, avrebbero dovuto invece essere comunicati al pubblico”. E' cambiato qualcosa? No, anzi... Qualcuno si è indignato? Nessuno.
E su questo piano potremmo continuare con altri esempi e citazioni. Quello che appare oggi chiaro è che ci troviamo di fronte ad un Paese ripiegato su sé stesso, incapace di indignarsi, assuefatto. Un Paese che si sta abituando a convivere con le ruberie, il malaffare, i privilegi, le cose che non funzionano, la corruzione, la raccomandazione, l'intolleranza, la criminalità. Un Paese incapace di reagire come se la patologia fosse ormai la norma, l'eccezione fosse la regola. Ma acquiescenza e rassegnazione sono spesso segnali di un Paese in declino.
E’ la sicurezza a tenere banco tra gli abitanti del Veneto. Il sondaggio effettuato dal quotidiano il Gazzettino rivela che Padova ha il triste primato, con il 69,8% di voti, come città meno sicura del nord est. Pare che la città opulenta, ricca di arte e cultura, dei salotti bene e del lavoro, non sia più riconosciuta come tale. Troppi gli episodi di violenza perpetrati a danno dei più deboli. I cittadini si sentono insicuri e privi di protezione, lamentano controlli che non ci sono e si ha persino paura di stare nelle piazze (solitamente luogo di ritrovo affollato dai ragazzi).
Eppure non molto tempo fa il ministro Maroni aveva sostenuto che con l’arrivo e il sostegno dato dall’esercito, la situazione era migliorata. Vuol dire che bisogna ricredersi? Se si pensa che comunque la nuova finanziaria ha tolto un milione di euro alle forze dell’ordine e in cinque anni è già previsto il taglio al personale, come si spera di avere la sicurezza di cui c’è bisogno?
E’ pur vero che in Francia il personale di polizia è inferiore al nostro, ma l’insicurezza non è ai livelli dell’Italia. Questo governo dice di voler fare tanto e questo è lodevole, ma i risultati non confermano le buone intenzioni. A Treviso si è pensato alle ronde tra volontari consiglieri e assessori. Così si torna indietro di sessant’anni! Per i più sono gli stranieri, specialmente i clandestini, che determinano questo malcontento.
Comunque non c’è niente per cui gioire. Lo Stato con tutti i suoi interessi privati, e quei conti chissà come mai quadrano sempre, sta lasciando da soli i cittadini e spesso ha contestato le posizioni assunte dai Comuni per far fronte a questo tipo di urgenze. Ma allora qual è il comportamento da assumere? Bisogna difendere la dignità umana o lasciare che ognuno si faccia giustizia con le proprie mani?
Purtroppo non accenna a diminuire la forte tensione che si registra nelle industrie del Veneto. La situazione è a dir poco al collasso. Numerose sono le grandi, medie e piccole aziende che hanno posto in cassa integrazione i propri dipendenti.
Il presidente Finozzi, durante l’ultimo consiglio regionale, ha sostenuto che dalla crisi si può uscire. Bisogna comunque monitorare con attenzione tutto il movimento del mercato lavoro e ha reso noti gli strumenti approntati dalla Regione come il CREL (conferenza regionale sulle dinamiche economiche del lavoro) e gli interventi finanziari a sostegno dei Consorzi, per quanto riguarda i fidi alle piccole e medie imprese, contenuti nella finanziaria 2009, approvata tra l’altro nei tempi necessari, proprio per fare fronte alla crisi.
Lo stesso rappresentante degli industriali Tomat, ha tenuto a precisare che il calo demografico ha reso la regione ad alto rischio invecchiamento. Bisogna quindi riuscire a individuare dove manca la mano d’opera e dove essa è in esubero. Questo avverrebbe attraverso la riqualificazione professionale, la riduzione della spesa pubblica e l’azione di fiducia da parte delle banche. I cittadini hanno bisogno anche di questo e di politiche credibili, ha aggiunto Tomat.
In conclusione, è la buona politica che deve funzionare per uscire dallo stallo. Non servono le manie di grandezza solo per far salire l’indice di gradimento. Servono invece scelte certe che portino a dei risultati, anche con un piccolo passo per volta, probabilmente strategia più gradita ed indicatrice di serietà.
Lettera aperta all'Amministrazione del Comune di Padova
Cara Amministrazione, è forte la preoccupazione che ci assale nell'apprendere che episodi di grave criminalità hanno violato la nostra città. Pensiamo, ad esempio, alle due coppie aggredite l'una alle ore 23.30 in via Filiberto, l'altra alle ore 22.00 in piazza Duomo. Due aggressioni compiute dal classico “branco” di 4/5 persone, in stile “Arancia Meccanica”, che hanno leso la dignità di lei, gravemente picchiato lui.
Stupisce l'orario ed il luogo: siamo nel dopocena, in pieno centro storico. Un centro che si sta desertificando sempre più. Sabato scorso ci siamo fermati fino a tardi, in piazza, con un banchetto per segnalare ai cittadini il nostro prossimo convegno. Già poco dopo l'ora di cena non c'era quasi più nessuno. Veniva spontaneo provare un po' di sgomento ed insicurezza. Troppo presto chiudono i locali e la gente rincasa. Perché non incentivarne il prolungamento d'orario così da rivitalizzare le piazze chiedendo ai gestori l'adozione di elementari norme anti-rumore? Peccato che, nel tempo, il numero dei ristoranti/pizzerie, punti di socializzazione ed aggregazione, si sia purtroppo ridotto in centro storico.
Il controllo del territorio è sicuramente elemento deterrente per la criminalità. Tempo fa ci trovavamo in centro a Treviso. Una cosa ci stupì: mediamente, circa ogni 45 minuti, passava, per le piazze, a turno, un'auto civetta tra polizia, carabinieri e vigili urbani. Perché non adottare la stessa misura?
In termini di sicurezza è importante favorire l'afflusso dei cittadini in centro storico: il delinquente predilige le piazze e strade deserte. Perché non prolungare l'orario dei minibus oltre le attuali ore 20 incentivandone l'uso con apposite formule quale, ad esempio, park+bus+bevanda con la bevanda (caffè? prosecchino?) offerta dall'esercente del centro? Perché non attivare un nuovo parcheggio all'ex caserma Prandina inserendo questa fermata nel tragitto minibus?
Con umiltà, spirito costruttivo e collaborativo. Buon lavoro.
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