AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA...RESTITUISCO A LEI IL MIO CERTIFICATO ELETTORALE...
Illustre Signor Presidente,
è davvero con molta tristezza nel cuore che mi accingo a vergare questa lettera, la stesura della quale mi costa davvero molta fatica: diverse settimane ho atteso prima di decidermi a scriverLe, perché combattuto era il mio animo epperò una voce interiore mi diceva che non vi dovevo rinunciare, memore anche di quella frase che ai tempi del liceo mi disse un vecchio preside dall’alta statura morale e che per me è diventata regola di vita: “Amicus Plato, sed magis amica veritas”.
Il gesto che mi accingo a compiere non è frutto di reazione immediata o vuota protesta, ma di ponderata e davvero sofferta riflessione: non potevo esimermi dal compierlo nelle Sue mani in quanto “Capo dello Stato” (Art. 87 della Costituzione) e l’attendere ancora mi avrebbe procurato ancor più sofferenza interiore di quanto da diverso tempo non provi. Oggi in Italia “Tutto è perduto, anche l’onore”: a leggere il libro bellissimo e puntuale di Gian Antonio Stella La Casta, da poco uscito, è davvero aumentata ancor di più la mia indignazione morale già notevole prima. Basterebbe solo un fatto per fare impallidire ogni persona che credesse ancora nella Politica: come vede uso la maiuscola, riferendomi però al passato e pensando a uomini quali Giorgio La Pira o Enrico Berlinguer. Racconta il giornalista che a marzo 2007 “Alla Camera su 629 collaboratori ufficiali quelli regolarmente assunti erano solo 54: tutti gli altri erano pagati in nero.” (pag. 15) Proprio nel “Tempio” laico per eccellenza dove “Ogni membro rappresenta la Nazione” (Art. 67 della Costituzione) e vengono scritte le Leggi, le medesime senza pudore alcuno sono violate: perché penso che Lei sarà d’accordo con me nel ritenere la retribuzione in nero non certo rispettosa della Legge! Ma l’esempio non dovrebbe venire da chi è rivestito di alta funzione e dovrebbe intendere la Politica come servizio verso il prossimo? Scriveva La Pira (certo Lei Signor Presidente è a conoscenza che su di Lui è in corso il processo di Beatificazione: quale abissale distanza con la politica di oggi……) a proposito dell’impegno politico: “La sola metodologia di vittoria è la rinuncia a se stessi, il distacco radicale dalla propria piccola sfera, l’apertura (come conseguenza di questo distacco e di questo taglio) alla sfera mondiale di Dio: gli strumenti che suggerisce l’ambizione, la colpa, la meschinità, sono strumenti radicalmente privi di efficacia politica.” Uno può anche essere non credente, come chi Le scrive, ma queste parole sono di una bellezza e autenticità unica.
Oggi invece la Politica ha abbandonato ogni ideale ed è diventata meschino gioco di potere, intrallazzo: chi ha approvato leggi a proprio uso e chi ha bellamente detto “Siamo padroni di una banca” dimenticandosi totalmente dei poveri che certo padroni di banche non sono!!! Eppure “Deposuit potentes de sede, et exaltavit humiles. Esurientes implevit bonis, et divites dimisit inanes.” recita il Magnificat. Quanto lontane e dimenticate queste parole del grande Berlinguer a Lei certo caro: “I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai-Tv, alcuni grandi giornali…” (da La Repubblica, 28 luglio 1981). Sembrano scritte in questi tragici e tristi giorni: e certo quella grande figura presto dimenticata oggi “si rivolterà nella tomba”!!!
Quindi, Illustre Signor Presidente, io non mi sento più nel profondo della mia coscienza di andare a votare: ho iniziato a farlo dalle recenti Amministrative e con questa lettera restituisco a Lei, massima Autorità della Nazione, il mio certificato elettorale, nel contempo riflettendo se non sia anche il caso che mi dimetta da cittadino italiano, tanto è il senso di sconforto, e mi perdoni, ma di vero e proprio schifo che oggi provo per la situazione nella quale è caduta la nostra Patria! Se non avessi ancora il mio amato e anziano padre di certo già sarei emigrato.
Ma allora perché sono morti coloro che hanno lottato nella Resistenza? Io bene spesso leggo le loro lettere: a paragone delle varie dichiarazioni dei politici attuali sono oro rispetto ad ammuffito rame.
Mi perdoni Illustre Signor Presidente se Le ho rubato del tempo: ma forse questa Lei neppure la leggerà, come del resto purtroppo fanno tutti i deputati che pure hanno una casella di posta elettronica….. Giovanni XXIII soleva ripetere: “La cortesia è un ramo della carità”. Ma ovviamente queste grandi figure non interessano a nessuno oggi in questa Italia malata e il loro insegnamento è “Canna sbattuta dal vento”. Sì, Illustre Signor Presidente, io davvero mi vergogno oggi di essere italiano.
Con i più cordiali saluti. Pax et bonum.
Perchè andare a votare? Per chi andare a votare? Tutti dobbiamo andare a votare, è un nostro diritto e ... un dovere, così mi è stato insegnato fin dai tempi della scuola. Se vado a votare e metto il segno di preferenza su un nome, con la nuova legge elettorale, nessuno mi assicura che le sue promesse vengano mantenute perchè il Partito decide che il mio Preferito viene messo da parte ed il Partito utilizza il mio voto per privileggiare un altro scelto dal Vertice. Dalla Dittatura a questo regime "Democratico" che differenza c'è? Noi non contiamo, se non per essere presi in giro e svuotarci le tasche. E' ora di cambiare, ma cambiare Radicalmente Tutto ciò che allo stato attuale sgoverna, opposizione compresa, questa Italietta. Pesiamoci perchè la possibilità c'è. Flavio
Di
Flavio
(inviato il 30/01/2008 @ 11:02:00)
approvo completamennte tutto quanto scritto, perchè anch'io , oramai settantenne, educato e cresciuto nel rispetto delle leggi e dei doveri, ancor prima dei diritti,ho schifo a essere definito italiano. Ben venga il diritto di autodeterminazione dei popoli, anche sancito dall'onu ma in questa repubblica delle banane resterà un utopia per sempre.Schifo dovuto anche alla sceneggiata napoletana di mastella, ma essendo meridionale lo si puo anche capire data l'etnia levantina.Ridicola e disgustosa.Per quanto riguarda la tessera elettorale la rimettero al mio sindaco. Tanti saluti
Di
antonio
(inviato il 17/02/2008 @ 21:08:53)
Ringrazio Flavio e Antonio per aver nella sostanza condiviso quanto ho scritto a Napolitano. L'Italia ha bisogno profondo di un totale cambiamento, che parta dall'anima dei suoi cittadini: dobbiamo noi essere i primi a cambiare, a "Rinunciare a noi stessi" per usare la stupenda frase del "Quasi Santo" La Pira!!! Solo allora potremo avere la forza per mandare a casa tutta, ma dico tutta, la classe politica di oggi. Dalla A alla Z. Aspettiamo questo momento, quando allora sì la Politica sarà bella e varrà la pena bettersi per essa. Ora no, è solo mercato e pure truccato. Carlo Manfio
Di
Carlo Manfio
(inviato il 20/02/2008 @ 20:31:24)
Andare a votare penso sia più necessario ora che in altri momenti. I nostri politici se ne fregano delle nostre astensioni, tanto in ogni maniera, con pochi o tanti voti, avranno una poltrona assicurata. Bisogna però prendersi la responsabilità di cittadini e non dare voti inutili, e i voti inutili sono quelli ai soliti partiti di interesse. Trovo giusto la costituzione di una lista civica nazionale ed se ci sarà indizzerò là il mio voto
Di
G.Paolo Malatesta
(inviato il 25/02/2008 @ 09:59:15)
Gorle 25-02-2008
Caro amico ti scrivo (dove caro sta per costoso e Amico sta per Politico) così mi distraggo un po’. Inizia così una canzone di Lucio Dalla. Mi distraggo da cosa ti chiederai? Mi distraggo dal degrado politico,sociale,economico in cui hai lasciato l’Italia da quando sei al potere. Alle generazioni future ed io mi sento fra queste ( ho 51 anni perciò, rispetto alla media di chi tira le fila, sono ancora un neonato) lasci un’ eredità sconcertante, supportata anche dal fatto che racconti un sacco di frottole - basta vedere e sentire quello che dici in televisione ( ormai sei presente ovunque tranne che in parlamento a lavorare). La Tua priorità è la nuova legge elettorale , per i piccoli partiti è quella di non perdere poltrone , per i grandi quella di acquisirne di più. Nel frattempo l’Italia va a rotoli perché non sai o più probabilmente non vuoi risolvere i pr
Di
angelo carrara
(inviato il 25/02/2008 @ 15:40:46)
Il disagio politico è reso visibile agli occhi della gente dalle difficoltà economiche.Purtroppo attualmente sono pochi gli italiani che leggono i giornali e che s'interessano seriamente di ciò che accade intorno a loro. Ciò che sta accadendo ora è il risultato di una finta democrazia... la democrazia delegante. I nostri rappresentanti sono troppo distanti dal senso comune ed hanno fallito con le loro promesse da campagna elettorale. Essi sanno perfettamente cosa è necessario fare ma il potere che s'aggira attorno a loro è castrante. essi stessi non denunciano le ingiustizie che subiscono o che osservano silenziosamente nelle aule del palazzo. Dobbiamo cambiare il modo di pensare degli italiani... la cultura del silenzio, del clientelismo e della sopraffazione beffarda. Dobbiamo cambiare le menti ed il senso di giustizia. I valori forti nel nostro Paese sono quelli che si riconducono al più forte, al più furbo, al più raccomandato e oramai la gente non ha più fiducia di niente e di nessuno, chi vuole emergere tende ad usare metodi infami. Bisogna partire da queste considerazioni... dall'origine culturale del problema.
Di
sara
(inviato il 30/07/2008 @ 15:27:29)
Il disagio politico è reso visibile agli occhi della gente dalle difficoltà economiche.Purtroppo attualmente sono pochi gli italiani che leggono i giornali e che s'interessano seriamente di ciò che accade intorno a loro. Ciò che sta accadendo ora è il risultato di una finta democrazia... la democrazia delegante. I nostri rappresentanti sono troppo distanti dal senso comune ed hanno fallito con le loro promesse da campagna elettorale. Essi sanno perfettamente cosa è necessario fare ma il potere che s'aggira attorno a loro è castrante. essi stessi non denunciano le ingiustizie che subiscono o che osservano silenziosamente nelle aule del palazzo. Dobbiamo cambiare il modo di pensare degli italiani... la cultura del silenzio, del clientelismo e della sopraffazione beffarda. Dobbiamo cambiare le menti ed il senso di giustizia. I valori forti nel nostro Paese sono quelli che si riconducono al più forte, al più furbo, al più raccomandato e oramai la gente non ha più fiducia di niente e di nessuno, chi vuole emergere tende ad usare metodi infami. Bisogna partire da queste considerazioni... dall'origine culturale del problema.
Di
sara
(inviato il 30/07/2008 @ 15:28:37)
great post.
Di
instagram followers
(inviato il 13/01/2017 @ 09:08:56)
Dopo aver autonomamente meditato e compiuto la consegna della mia Tessera elettorale al Quirinale, ho rinvenuto questa pagina Web; ritengo, quindi, opportuno riportare qui di seguito il testo della mia lettera di accompagnamento. Egr. Sig. Presidente della Repubblica Sergio MATTARELLA se, come deliberato dal Consiglio da Lei presieduto, due Lauree ed una quasi ventennale esperienza professionale non valgono per l’ammissione ad un concorso pubblico, a maggior ragione, esse sono sprecate per apporre una croce su un foglio di carta. Scevro dell’esclusivo intento di occupare un posto fisso, presentai la domanda, animato dagli insegnamenti giuridici di Silvio SPAVENTA e di Giuseppe CHIOVENDA, orientati al perseguimento di una Giustizia effettiva. Condividendo gli ideali dei Padri costituenti ed il principio, da loro sancito, della più ampia partecipazione popolare alle selezioni dei più meritevoli, a copertura di tutte le cariche amministrative e politiche dello Stato, mi sono illuso di poter rispondere alla chiamata del Paese, ma sono stato escluso, ancor prima di essere valutato. Lo Stato ha preteso il preventivo versamento di un diritto di ammissione, a mo' di pedaggio; eppure, la numerosità dei concorrenti non dovrebbe mai essere occasione per far cassa, bensì sempre il mezzo per selezionare i più idonei allo svolgimento delle funzioni pubbliche, nel rispetto dei fondamenti della Democrazia. Siccome difficilmente mi sarà rimborsato quel balzello, con il senno del poi, so che avrei fatto meglio ad investire quella cifra nel rinnovo del mio passaporto. Il 4 marzo, non dilapiderò ulteriori mie risorse, materiali ed ideali, per nominare, in ossequio ad una Legge, compromesso tra plurime censure costituzionali, dei rappresentanti che nulla potranno contro un sistema ingessato, nel suo formalismo cavilloso, orientato esc
Di
Umberto GATTO
(inviato il 25/02/2018 @ 23:34:22)
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